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| Franco Sabatino |
La lettera dell’Avv. Franco Sabatino, pubblicata
stamani da Calvizzanoweb, ci offre un affascinante spunto di riflessione su due
temi profondamente intrecciati: l’ignoranza dei giovani di fronte alla storia e
il valore dei ricordi che custodiamo dei nostri maestri e amici.
Partendo dall’articolo di Concita De Gregorio su “La
Repubblica”, Sabatino sottolinea la drammatica sensazione di impotenza di
fronte a una gioventù che urla slogan senza conoscerne la storia. È un quadro
che appare allarmante ma tristemente familiare: l’ignoranza non è mai stata
così rumorosa, così vistosa. Tuttavia, dalle pagine della sua memoria,
l’Avvocato ci ricorda che la reazione all’ignoranza non deve essere solo
rammarico, ma anche esempio di ironia, intelligenza e spirito critico. Il
ricordo di Paolo Agliata, concittadino di Calvizzano, diventa allora simbolo di
un modo di vivere e confrontarsi che oggi sembra scomparso: un’arte sottile di
smascherare la presunzione e l’incompetenza, non con la violenza della parola,
ma con il sarcasmo leggero e la sorniona ironia. Quel celebre “TU NON SAI FARE
O NEMMENO CON IL BICCHIERE” non è solo un aneddoto: è una lezione di stile e di
dignità intellettuale, una testimonianza di come si possa educare senza
umiliare e correggere senza abbattere.
I ricordi di Sabatino risvegliano qualcosa in chi
legge: non solo nostalgia, ma la consapevolezza che dietro ogni generazione c’è
la possibilità di trasmettere conoscenza, spirito critico e senso della misura.
In tempi di slogan urlati e conoscenza superficiale, questi insegnamenti del
passato assumono un valore quasi rivoluzionario.
Così, mentre osserviamo la confusione dei giovani e la
presunzione di chi governa, la memoria di uomini come Paolo Agliata ci ricorda
che la vera forza non è gridare più forte, ma sapere ascoltare, conoscere e,
quando serve, ridere con intelligenza di chi si prende troppo sul serio. In
fondo, forse è proprio l’ironia il rimedio più antico e più efficace contro
l’ignoranza.
Quel rapporto di odio e amore del fine oratore Franco Sabatino con la sua Calvizzano
Franco Sabatino, oggi 85enne, è stato consigliere comunale e assessore ai tempi di Revenaz. Lui e tanti altri giovani dell’epoca che hanno avuto un ruolo da protagonisti nelle amministrazioni degli anni 70-80, tra cui Pasquale Paolone, Paolo Agliata, appresero proprio da Revenaz i primi rudimenti della politica e della gestione della macchina amministrativa. Sabatino fu uno dei fedelissimi del sindaco gentiluomo. Dopo l’esperienza calvizzanese, continuò a fare politica a Napoli, dove andò ad abitare. Nel 1988, spinto dal desiderio di dare un contributo alla sua città, decise di ricandidarsi nelle fila della Democrazia cristiana. Sabatino, fine oratore, non nascose mai il sogno di voler diventare sindaco di Calvizzano. Riuscì ad essere eletto consigliere comunale, ma, dopo alcuni anni, si dimise per dedicarsi esclusivamente alla professione forense.
Revenaz, invece, iniziò a governare nel
1964. Restò sindaco ininterrottamente fino al 1973, quando fu mandato a casa
anticipatamente da una parte del gruppo socialista (capeggiato dal giovane ma
già abile politico, Giulio Di Donato) che, dopo aver stretto un
accordo di governo cittadino, gli negò l’appoggio. Dal 1973 al 1975
la città fu commissariata, poi, sempre nel 1975, divenne sindaco per un breve
periodo Carlo Di Somma. Alle elezioni successive, Revenaz si ricandidò sempre
con la lista civica La Campana, conquistando 8 consiglieri comunali, come ci riferì Paolo Agliata, buonanima. In quella consiliatura, divenne sindaco, in seguito a
un accordo tra Democrazia cristiana e socialisti, Celestino Ferraro (deceduto
l’anno scorso). Questi, però, perse l’appoggio di alcuni componenti del gruppo
Psi che si fecero da parte. Allora, nel 1976, il nutrito gruppo democristiano
tentò di riproporre sindaco di nuovo Revenaz, il quale, nel frattempo, aveva
aderito alla diccì. Fu pure raggiunto l’accordo per un monocolore targato
balena bianca, ma, per colpa di qualche democristiano distratto che non lo
rispettò, non se ne fece più niente. Così Ferraro continuò a fare il sindaco
fino al 1981.
Ai funerali di Alfredo Revenaz, Sabatino elogiò le doti del sindaco più amato dai calvizzanesi: “Alfredo, tu ci hai insegnato un principio importante che poi ci siamo portati dentro. La morale della gestione della cosa pubblica, concetto scomparso a Calvizzano e nell’intero Paese”
