Il bambino che visse due volte

                                                

“Chella sera”, la bella poesia di Paolo Ferrillo recensita dallo scrittore Enzo Salatiello

I fatti di cronaca dolorosi e traumatizzanti che restano nella memoria collettiva di una comunità, diventano ricordi condivisi ma solo alcuni possono e sanno riportare il pathos di nuovo in auge come al tempo dell'accadimento. Tra questi abbiamo Paolo Ferrillo che tutti conosciamo come brillante autore di poesie e canzoni che risvegliano fatti andati della sua sfera esistenziale ed esperienza di vita.

 Anni fa un bambino (Mimmo Vastarella) finì in un pozzo dove trovò la morte. Ferrillo con la sua penna delicata, ripercorre a fasi ben ripartite quei fatti per averli vissuti da testimone diretto. Egli compone una bellissima lirica dai canoni leggibili di una canzone popolare. I ricordi riaffiorano tra i versi. La narrazione è diretta e a “focalizzazione zero”: il narratore è il bambino stesso che trovò il destino ad attenderlo in quel pozzo. La tecnica è quella dei nostri cantautori e cantastorie. I fatti si snodano veloci e scorrevoli come un fiume in piena, è una caratteristica ben nota del Ferrillo, poi, il filo conduttore cambia tono e diventa più riflessivo, strofe in cui il pensiero incredulo del protagonista che si interroga: come è potuto succedere se era uno “sveglio” e attento, testimoniato anche dai suoi coetanei? Egli stesso si definisce un piccolo “cucciolo” lesto, agile e furbo, cosa può succedere a uno così, abituato a respirare la vita per strada? Ferrillo ci porta a una riflessione attraverso un lungo antefatto tipico di questi accadimenti: il caso, la fatalità che colpisce chiunque e quando vuole. In questo modo di raccontare le cose, l'autore ci restituisce tutto il senso della vita che può somigliare a un corso d'acqua che fino a quel momento scorre gioiosa ma che in un attimo, può cambiare direzione e velocità e può anche sparire inghiottito da anfratti oscuri. L'ultima scena è bellissima e tragica allo stesso tempo come in un filmato rallentato corredato da un contesto metafisico: mentre il bimbo incontra la morte annaspando nell'acqua fredda, capisce che tutto è finito, tutto è andato verso una direzione che lui non aveva certo previsto. La morte quando coglie un giovane, un adolescente e tanto più inaspettata quanto sconcertante, non è il respiro di un vecchio stanco a fine corsa a incontrare il freddo della morte ma il vigore pieno di vita di un bambino. Quel bambino rivive una seconda volta nella penna di questo sensibilissimo poeta. Paolo Ferrillo sembra apparentemente un cantastorie ma il suo spessore poetico e il suo esistenzialismo ci lasciano ammirati mente ci commuove questa bellissima lirica triste ma che trasuda sprazzi di immagini pieni di vita! Non riesce a tutti questo andamento ossimorico! Bravo e complimenti a Paolo e a Mimmo, instancabile cacciatore di bellezza!

Enzo Salatiello

Visualizzazioni della settimana