Calvizzano. La sfera di cristallo dice sì… ma la politica dice “aspettiamo”: Pirozzi, Ferrillo e il grande gioco della successione


Maga maghella potrebbe lanciarsi in profezie, ma questa volta la sfera di cristallo può restare sul comodino. Basta osservare i movimenti politici per capire che la partita della successione a Calvizzano è tutt’altro che chiusa.

La domanda è sempre la stessa: davvero l’attuale sindaco Pirozzi si farà da parte per favorire la candidatura del giovane Francesco Ferrillo?

Ad oggi la risposta ufficiale è sì. Nei fatti, però, la politica vive di tempi lunghi, equilibri fragili e convenienze mutevoli.

Il nome di Ferrillo viene indicato come quello del futuro, il profilo su cui investire. Ma al netto delle dichiarazioni, la valutazione che circola negli ambienti che contano è piuttosto netta: Ferrillo non sarebbe ancora pronto per fare il sindaco. Non per mancanza di potenziale, ma di esperienza. Il percorso va completato, lo studio approfondito, la gavetta fatta sul campo. Cinque anni in più, una consiliatura intera, lo renderebbero un candidato molto più credibile.

Per questo lo scenario più realistico non è una sua investitura immediata, ma una crescita politica accompagnata, accanto a un politico esperto. E qui il discrimine è evidente: per gli ex resettini oggi “insieme”, quel riferimento resta Pirozzi, con il quale, nonostante fratture profonde, è stato ricostruito un rapporto politico fondato sulla necessità e sulla convenienza reciproca.

Su Borrelli, invece, il giudizio è duplice e va distinto con precisione.

Gli ex resettini lo ritengono una brava persona, ma non lo considerano all’altezza del ruolo di sindaco. Una valutazione politica, non personale.

Pirozzi, al contrario, non ha mai usato il condizionale: ultimamente ha dichiarato apertamente che Borrelli non sarebbe capace di fare il sindaco. Una presa di posizione netta, che segna una frattura definitiva.

Per comprendere l’attuale quadro bisogna tornare al 2021, vero anno spartiacque della consiliatura. In quel periodo gli ex resettini, pienamente inseriti nella maggioranza, vengono progressivamente messi ai margini e di fatto spinti all’opposizione. Una scelta politica che sembrava definitiva.

Il dialogo con Pirozzi si riapre solo in un secondo momento, quando il sindaco, dopo oltre quattro anni di nuovi equilibri politici, avverte un pericolo più serio: la nascita di un gruppo di dissidenti di maggioranza, sei consiglieri capeggiati da Borrelli, riuniti sotto la sigla Calvizzano Libera e Democratica. Un gruppo che inizia a creare forti tensioni interne e che nel tempo si riduce a quattro, dopo la fuoriuscita di Vellecco e Felaco.

Ed è proprio in quel passaggio che accade qualcosa di politicamente rilevante: quando Pirozzi lancia il suo SOS agli ex resettini, cercando un argine alle manovre interne e al sentore di un possibile tentativo di mandarlo a casa anticipatamente, Vellecco e Felaco si sfilano dal gruppo Calvizzano Libera e Democratica e restano in maggioranza. Un segnale chiaro che indebolisce il fronte dei dissidenti e rafforza la posizione del sindaco.

Da lì prende forma una nuova convergenza con gli ex resettini, tranne che con Michele D’Ambra che si dichiara indipendente: non una riconciliazione romantica, ma un patto politico di necessità, che arriva fino a oggi e spiega perché, nonostante tutto, continuino a credere in Pirozzi come perno per la chiusura della consiliatura.

L’obiettivo è duplice: arrivare a fine mandato e lasciare un’impronta amministrativa precisa. Mettere il copyright su scuole, asilo nido e infanzia, avviare i lavori sugli impianti sportivi, campo di calcio  e campi da tennis, iniziare finalmente i lavori di completamento del piano terra della nuova caserma dei carabinieri nell’edificio ex Ipab di via Ritiro. E, parallelamente, chiudere politicamente la partita con Borrelli, ritenuto responsabile di aver rotto gli equilibri candidandosi a sindaco per la prossima consiliatura, interpretata da molti come una scelta personale più che condivisa.

Alla fine, la maga maghella risponde senza bisogno di profezie: sono davvero convinti quelli di Insieme che Pirozzi si farà da parte? Sì, lo sono. Ma la politica insegna che tra convinzione e realtà c’è di mezzo il potere.

E il potere, almeno per ora, non sembra affatto intenzionato a farsi da parte.

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