Calvizzano, venditori di un tempo nei ricordi dell’appassionato di storia locale Pezone: “Nunziatell re seggie”

 


“La semmentaglia, giochi di biliardino nei locali di don Arturo e partite di calcio con il super santos: all’epoca  ai  ragazzi  bastavano pochi spiccioli per  assicurarsi ore di spensieratezza”

 

Continuando il ricordarci di persone che usiamo definire  “tipiche” della nostra Calvizzano, dedico questo articoletto a : “Nunziatell  re  seggie “. Non conosco quale  fosse  il suo cognome ma visto  il soprannome suppongo si chiamasse di nome  Annunziata.  Nunziatella e non Nunzia, Nunziata o Nunziatina,  forse per la sua bassa statura, “ re seggie” dato che noleggiava  sedie di legno, quelle con la seduta in paglia. Il deposito delle sedie era probabilmente  in quel palazzo in via Conte Mirabelli,  di fronte la Congrega, quasi in piazza. La si vedeva spesso passare per le vie del paese mentre spingeva un carrettino carico all’inverosimile di sedie, diretta verso  il luogo ove  o per un funerale, un matrimonio (erano gli anni sessanta e si usava ancora sposarsi in casa)   o un battesimo, servivano  sedie, oltre a quelle  che una famiglia normalmente disponeva. A volte veniva aiutata da ragazzi che spingevano il carrettino e, una volta arrivati a destinazione, lo  scaricavano. Nunziatella, all’epoca  dei miei ricordi, era abbastanza anziana ed aveva dei capelli bianchissimi. La ricordo sempre con uno sguardo severo, attento ed  aveva un modo di camminare tipico delle persone autoritarie, almeno a me così appariva. Mi colpiva  il fatto che una donna di quell’età  svolgesse un’attività come la sua. Non so da quando tempo lo facesse, però ricordo bene che non lavorava  alle dipendenze di alcuno : era  lei la titolare e, nello stesso tempo, l’unico  dipendente di quell’attività.  Ricordo che da un mio amico seppi che ai ragazzi che  l’aiutavano “Nunziatella”, dava loro un  piccolo  compenso.  La cosa destò in me molta meraviglia  e provai nei loro  confronti  una sorta di ammirazione, non tanto per quello che riuscivano a guadagnarsi, ma per la loro intraprendenza .  Dopo non molto tempo  venni a sapere che c’erano altre attività praticate dai  ragazzi della mia età che  consentivano di procurarsi  qualcosa. Tra queste la più diciamo “ professionale”  era  servire la messa. Vi era poi la famosa “ semmentaglia “, per la quale si richiedevano spiccate doti di  spigliatezza, rapidità e agilità. Consisteva infatti nel posizionarsi  sotto le finestre o il balcone di una casa il giorno in cui  si festeggiava un battesimo. Ad un certo punto durante il festeggiamento il padre del battezzato si affacciava e versava un vassoio pieno di monetine e confetti  sul nutrito gruppo di  ragazzi che attendevano sotto. A quel punto si scatenava  letteralmente una bagarre, un furioso parapiglia con spintoni  e sgambetti al fine di accaparrarsi il maggior numero di monetine in primis. Ricordo che una volta ebbi la soffiata da un mio amico che, a sua volta, lo aveva saputo proprio  da “ Nunziatella”a cui aveva spinto il carrettino pochi giorni prima, che in una casa del paese si  sarebbe festeggiato un battesimo. Nunziatella  avrebbe fornito le sedie ecco come si era saputo . Era una  domenica  d’estate e nel tardo pomeriggio  raggiungemmo quel luogo. Trovammo già dei ragazzi che attendevano e ricordo che  dalla casa del festeggiato le cui finestre  e  balconi erano  tutte  aperte, si udiva il vocio allegro  delle persone e qualche brindisi. Ad un tratto la nostra attenzione  fu attratta da una persona, penso  fosse il papà del battezzato, che, improvvisamente,   si vide  sul  balcone. Salì  subito la tensione tra di noi  e alcuni  seguendo una tecnica  evidentemente già collaudata  (furono infatti quelli che recuperarono più monetine) si posizionarono  leggermente più indietro, formando quasi un cerchio  e lanciavano sguardi minacciosi a chi tentava di invadere quel cerchio. Dopo qualche attimo quel  signore  che reggeva  un vassoio di acciaio lo riversò  facendo  cadere su di noi una pioggia di monetine  e confetti. Lascio immaginare il parapiglia che si animò . Riuscii   ad accaparrarmi cinque lire ed alcuni confetti, penso più per la benevolenza dei più “esperti”,( quelli che si erano posizionati formando un cerchio) che per mia bravura. All’epoca  ai  ragazzi  bastavano pochi spiccioli per  assicurarsi ore di spensieratezza. Come si fa a  non ricordarci  del  locale in piazza  con i “bigliardini” gestito da “ Don Arturo “ , o delle partite di calcio nella mitica “palestra” così come sugli altri campetti del paese, utilizzando il famoso “super santos”,comprato con qualche monetina ciascuno. Ritornando alla “semmentaglia “ a cui partecipai ,  fortunatamente da quella cruenta battaglia non riportai  alcuna ferita . In verità devo riconoscerlo non fui molto ardito.

 

Peppino Pezone

 

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