Calvizzano, una città da rifondare: così titolavamo il 18 aprile 2018 dopo aver appreso la notizia dello scioglimento del Consiglio Comunale per camorra. Agosto 2020: cosa è cambiato?
“In questa città tutto muore senza che nessuno se ne accorga”
Per non dimenticare,
riproponiamo l’articolo che pubblicammo il 18 aprile 2018
La doccia fredda è arrivata verso le
15.30 di ieri 17 aprile, circa 7 mesi dopo l’insediamento della Commissione
d’accesso, a meno di due mesi dalle amministrative del 10 giugno (saltate, ovviamente). Un comunicato
della presidenza del Consiglio dei Ministri annunciava che il Consiglio
comunale di Calvizzano è stato sciolto per ingerenza della
criminalità organizzata. Verso le 16.00, appena rimbalzata la notizia al
Comune, alcuni consiglieri di maggioranza sono accorsi nella stanza del
vicesindaco Lorenzo Grasso. Anche se da tempo tirava aria di scioglimento, lo
choc è stato enorme per amministratori e cittadini. Come è stato, come non è
stato, oggi ci ritroviamo in Municipio, per la prima volta nella storia della città,
Commissari straordinari che dovranno nei 18 mesi del loro mandato (prorogabili
di ulteriori 6 mesi) stralavorare per assicurare almeno l’ordinario. E’ una
giusta punizione per la nostra città? “Quando si tocca il fondo ci si può
solo rialzarsi e questa è l’occasione giusta per farlo”, scrive un
commentatore. E la città, al di là di eventuali ingerenze della camorra
(aspettiamo le motivazioni dello scioglimento per capire meglio), con questa
classe politica allo sbando, per biechi interessi o per ottusa ampollosità
(salvando la pace di pochi), il fondo lo aveva toccato: strade tutte rotte,
marciapiedi impraticabili, impianti sportivi alla mercé di teppistelli arroganti, villa comunale
costata circa 2milioni di euro, da poco inaugurata e già irriconoscibile,
scuole insicure, centro storico che cade a pezzi, commercio allo stremo,
serbatoio idrico e centro raccolta pronti da tempo e mai attivati, gente che ha
venduto il sorriso, totale mancanza di servizi. Il quadro è veramente nero! La
cultura? Quelle poche offerte culturali, provengono dalla Chiesa parrocchiale,
dalla scuola e da qualche privato animato da buoni propositi. Allora, in questi
due anni che ci separano da nuove elezioni, non rimane altro che rimboccarsi le
maniche e iniziare a lavorare per la formazione di una nuova classe dirigente
seria, preparata che sappia dare una svolta alla città in tutti i sensi. Via
per sempre burattini e camaleonti ai quali interessa solo occupare le poltrone
del potere locale e “grazie” ai quali ci ritroviamo addosso l’etichetta di
città della camorra, che potrebbe farci vergognare di dire che siamo di
Calvizzano. L’ottimista che c’è dentro di noi ci induce a sperare che la
possibilità di un domani migliore ci sia ancora. Per questo, come portale di
informazione, resteremo sempre vigili fino a che le forze ce lo
permetteranno.
Agosto 2020
Il “Gattopardo” calvizzanese
Dove sono finiti quelli che hanno condotto la città allo sfascio? Tranne i due incandidabili (gli ex vicesindaci Antonio Di Rosa e Lorenzo Grasso), sono, direttamente o indirettamente, quasi tutti in campo alle prossime elezioni amministrative sia nella lista Pirozzi che in quella Santopaolo. Così salta alla mente il romanzo di Tomasi Lampedusa per capire quanto sia verosimile l'accostamento della trama del libro con la realtà quotidiana che ci circonda. Già, perché a Calvizzano (ma questo avviene in tanti altri paesi della bistrattata periferia del malessere) qualunque cosa accada, soprattutto negli ultimi tempi, è come se non fosse mai accaduta. E’ una sorta di maledizione. In questa città, come diceva un grande scrittore, tutto muore senza che nessuno se ne accorga.