Roba da libro cuore: Giovanni Barleri (fratello del compianto scrittore maranese Peppe Barleri) ebbe un’onorificenza quarant’anni dopo per aver salvato tre vite umane



Correva l’anno 1998, quando Giovanni Barleri, deceduto diversi anni  dopo, bussò alla redazione del giornale “L’attesa” per raccontare la sua storia. Ecco l’articolo pubblicato all’epoca, a firma del direttore editoriale Stefano Rinaldi

In una città dove tutto sembra teso a nascondere verità inconfessabili, dove si perseguono interessi valutabili solo in denaro o in miseri giochi di potere, dove la politica ha consacrato tanti piccoli uomini, qualcuno ha bussato alla porta della nostra redazione per dirci: “Guardate, mi è stato conferito, dal presidente della Repubblica, l’onorificenza di “cavaliere ufficiale”. Quanto orgoglio in quell’uomo che, nonostante i suoi 63 anni e gli abiti civili, sembra un giovanotto con una divisa appiccicata su quelle spalle dritte e su quel petto in fuori. Un orgoglio ostentato come giusto riconoscimento a una vita spesa non a perseguire denaro e potere, ma gli ideali in cui ha sempre creduto. E’ Giovanni Barleri che si propone alla città col suo diploma firmato dal Capo dello Stato e controfirmato dal capo del Governo, dove si legge che l’onorificenza è stata conferita “in considerazione di particolari benemerenze”. Dunque, un premio al merito: uando Barleri era in servizio nella Marina militare in qualità di sottufficiale motorista su una nave senza fari, salvò dal sicuro annegamento, a Portoferraio nell’isola d’Elba, una mamma con un suo bambino e, nel porto di Genova,un altro bambino. Gli episodi sono datati rispettivamente 5 febbraio 1955 e 3 marzo 1958. Dopo questo secondo salvataggio, il suo diretto superiore, nel conferirgli l’ulteriore licenza premio, lo ammonì scherzando: “Cerchiamo di non farci l’abitudine!” . Ancora oggi Barleri non ha perso i contatti con quei due bambini ormai divenuti medico e geometra che, da un bel pezzo, hanno varcato la soglia dei quarant’anni. Ma egli non si è certo crogiolato nei bei ricordi, perché la sua terza età la investe sempre in qualche frenetica attività: è stato uno  dei promotori per la costruzione del monumento ai Caduti della seconda guerra, posto alle spalle del Municipio; inoltre, da diversi anni è il superiore della cappella del Rosario nel cimitero di Marano. Però, il nostro cavaliere ufficiale si sente fremere soprattutto quando, in occasione delle cerimonie, indossa colletto e berretto da marinaio in congedo: sono brividi di una ricchezza interiore di cui può essere fiero a pieno titolo.


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