Calvizzano: personaggi del passato dimenticati, rivisitati da Zapparella nel suo libro di prossima uscita

Giorgio Zapparella con la scrittrice Lella Di Marino


“Il bambino con le ginocchia sbucciate”, il primo libro del poeta Giorgio Zapparella, salvo ulteriori incidenti di percorso, dovrebbe andare in stampa entro la fine di quest’anno. Chi ha letto le bozze assicura che è molto bello

Prima di iniziare la mia descrizione su alcuni personaggi tipici del passato che hanno caratterizzato la mia giovinezza e stimolato la mia fantasia, bisogna fare una premessa: quando queste persone erano in vita, frequentavo la quinta elementare, pertanto ho dei ricordi sbiaditi che ho cercato di schiarirli, ascoltando storie di persone più grandi di me che li hanno conosciuti. Devo ammettere che quando ho deciso di scrivere il racconto "Il bambino con le ginocchia sbucciate", mai avrei pensato di trovare nella mia Calvizzano tanti personaggi degni di ATTENZIONE. E’ come se fossi entrato in un mercato paesano per comprare bigiotteria e fossi uscito con dei diamanti, finiti per caso su una bancarella.
Il romanzo è ambientato in una  Calvizzano di circa 30 anni fa, dove tre comunissimi bambini,  SIMONE, SASA' e GIGIO, frequentano l ultimo anno alla scuola elementare DIAZ. Tornando da una festa, organizzata per i saluti di fine anno scolastico, si troveranno a camminare, in tarda serata, nel coprifuoco  calvizzanese, attratti da un siparietto sexy di una bella segretaria (Anna Salatiello, comunemente detta la pazza): verranno inseguiti dal barbone del  paese (Francesco Davide, detto Spellichione) che, sprovvedutamente, avevano deriso la mattina. La loro fuga li porterà nel palazzo Ducale, dove, sulle macerie di una vecchia casa, vedranno un bambino inginocchiato di spalle. Nel tentativo di avvisarlo del pericolo imminente, si accorgeranno che il piccoletto, invece di camminare, volteggiava per aria, toccandosi le ginocchia sanguinanti e invocando aiuto per ritrovare la sua mamma. I tre ragazzi seguiranno il fantasma fino al quadro della Madonna delle Grazie, dove lo scorgeranno rubare i fiori, nel tentativo di portarli alla madre perduta. Da qui, la decisione di aiutarlo segretamente. Ignari di tutto, personaggi come “Vincenzo il Santo”, “Anna la pazza”, “Rafilina la forestiera”, “Gabriele il biciclettaio”, “Antonio Topo gigio” , “Spellichione”  e  “Otello il Moro”  tenteranno di sbrogliare la situazione attraverso enigmi e segreti nascosti nelle vie delle nostro paese. Detto questo, vorrei solo aggiungere che su Otello, Anna, Vincenzo il Santo e Spellicchione è stato già detto molto, quindi, a modo mio,  vorrei parlarvi di altri personaggi iniziando questa carrellata da Gabriele il biciclettaio.

Gabriele il biciclettaio.

Detto e conosciuto da tutti come “zi’ Rabbiele” ,anche gli adulti lo chiamavano cosi perche in effetti zi’ Rabbiele aveva quasi cento anni. Non saprei dirvi molto sulla sua statura perché  stava sempre seduto: lo ricordo con le mani sporche di grasso come i suoi vestiti, portava sempre una "coppola" in testa e indossava  maglioni anche d’ estate. Era sempre raffreddato  e  se ne stava seduto a ridosso del suo negozio su una sedia da bambini, intento a riparare bici. La sua cassetta degli attrezzi era un secchio di latta:  dentro ci trovavi di tutto. Per noi ragazzi, il suo negozio era una sorta di" cimitero delle biciclette", dove, ammassate in un angolo, c erano carcasse di ogni dimensione. Era sempre un piacere esplorare il suo negozio e parlare con lui, un uomo cortese e molto simpatico, che, nonostante quella confusione, riusciva a trovare sempre ciò che gi serviva, senza mai scomporsi più di tanto. In quel “cimitero di biciclette” Gabriele custodiva le rotelle della mia prima bici e me le mostrava ogni qualvolta  passavo da lui. Credo che per lui fosse un modo per farmi notare quanto stavo crescendo e quanta strada avrei potuto fare. Io l’ho ricambiato portandolo fino ad oggi nel mio cuore.


Giorgio Zapparella


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