Tredicenne
aggredita e malmenata da un gruppo di ragazze più o meno della sua stessa età
che l’hanno aspettata all’uscita
dall’oratorio estivo in via Galiero e inseguita su Corso Mirabelli, dove è
scattata la vendetta. Precisamente poco
dopo la farmacia (Cacciapuoti, ndr). Stando alla versione fornitaci
dal suo papà, l’avrebbero scaraventata con la testa a terra
e, nonostante fosse svenuta, hanno continuato a inveire contro di lei, fino
all’intervento della signora Sara, un’animatrice che si trovava a passare in
bici da quelle parti. Le delinquentucce, forse di primo pelo, se la sono svignata di corsa. L’episodio è accaduto pochi
giorni fa, ma l’abbiamo saputo ieri poiché ci ha contattato il padre della
ragazza, disgustato e amareggiato per quanto accaduto a sua figlia.
“E’ stata una vera
spedizione punitiva – afferma U.T. – Mia
figlia ha rischiato conseguenze più nefaste: per fortuna se l’è cavata con 5
giorni di prognosi e un gran spavento, anche se deve tornare al Santobono, dove
l’abbiamo trasportata essendo venuta a casa con i suoi piedi. Nonostante tutto,
ho deciso di mandare comunque mia figlia all’oratorio, alla quale, però, si
sono avvicinate alcune ragazze dicendole che l’avrebbero stesa per terra se
avesse fatto i nome di coloro che l’hanno aggredita. A questo punto mi domando
e dico ma esistono i controlli, visto che all’interno di questo villaggio può
entrare chiunque? Sono inoltre amareggiato con don Ciro per come si è
comportato: l’unica cosa che mi ha saputo dire è che dovevo produrre denuncia e
si preoccupava se le ragazze fossero o meno di Marano. Per forza la gente si
allontana dalla chiesa”.
Ovviamente non ci
siamo fermati alla versione del padre della ragazza e abbiamo ascoltato anche
l’altra campana. Ma prima alcune nostre riflessioni. Per quanto concerne i
controlli, possiamo assicurare che sono stati rigidissimi: ogni qualvolta
dovevamo effettuare riprese video o scattare qualche foto abbiamo dovuto superare diverse barriere umane. L’episodio è
accaduto molto distante dal luogo che ha ospitato la kermesse estiva, per cui
non riusciamo a capire dove stiano le responsabilità degli organizzatori. Molto
probabilmente, come ci ha riferito uno che conosce bene la vicenda, ad
aggredire la minorenne sarebbe stata sua cognata con la complicità di qualche
sua amica. Se così stanno le cose perché il signor U.T. non si è recato in
caserma a denunciare le autrici dell’insano gesto? L’avrebbe dovuto fare don
Ciro che in tutto questo tran tran centra poco o nulla? Inoltre, ma questo è un
particolare di poco conto, ci è stato riferito che la ragazza aggredita, alla
quale va tutta la nostra solidarietà, poiché episodi del genere vanno
condannati senza se e senza ma, chiunque sia la malcapitata, che ha pagato
regolarmente la retta d’iscrizione, abbia cominciato a frequentare il
“Villaggio” l’ultima settimana e che si sia portata appresso due sue amiche senza sborsare un euro. La
gente si allontana dalla chiesa? A Calvizzano accade il contrario.