Nonostante
la Commissione Toponomastica abbia svolto un ottimo lavoro, terminato in
primavera 2016, il sindaco ancora non si
decide a convocare la giunta per ufficializzare i nomi delle nuove strade. La commissione, composta da Lorenzo Grasso
(presidente), Vincenzo Trinchillo, Flora Del Prete (maggiornaza), Michele
D’Ambra, Biagio Sequino (minoranza) e gli esterni avv. Elio Salatiello, Giacomo
Trinchillo (consigliere comunale negli ani 90), Peppe Di Napoli (geometra,) ha
adottato il criterio di pescare
nella memoria storica del paese per far conoscere soprattutto alle giovani
generazioni le proprie radici. Dei personaggi scelti ne abbiamo ampiamente
parlato su questo blog, tranne due: Alfredo Revenaz e Gennaro Di Donato.
Cominciamo
dal primo, in un altro articolo parleremo di Di Donato.
Dottor Commendatore Alfredo Revenaz (padre dell’ex sindaco di Calvizzano,
pure lui Alfredo, scomparso recentemente). Se la giunta non dovesse apportare modifiche
alle proposte della Commissione, gli verrebbe intitolata l’attuale via Peep, la
strada dove si svolgeva il mercato rionale. “Uomo di intemerata rettitudine, adamantina figura
di galantuomo”, così scriveva “il Mattino” in occasione della sua scomparsa. Fu
podestà di Calvizzano dal 1936 al 1944, negli anni difficili della guerra e
dell’occupazione tedesca. Fu in quel periodo che salvò dalla fucilazione 10
calvizzanesi, offrendo la propria vita in ostaggio. In seguito all’uccisione di
un soldato tedesco, interrato sul ciglio della strada dell’attuale viale della
Repubblica (all’ingresso del paese), fu chiesto al Podestà di consegnare alle
milizie tedesche 10 calvizzanesi per fucilarli in segno di rappresaglia. Per
fortuna, il capitano tedesco parlava a lingua francese, così come Revenaz che
riuscì a convincerlo, facendogli credere che si era trattato di un attentato
commesso da forestieri e offrì la sua vita in pegno, nel caso si fosse ripetuto
un altro episodio del genere. In quel periodo, Calvizzano fu l’unico paese ad
avere una razione di pane , anche se di 50 grammi, fino al giorno dell’arrivo
degli americani. Si racconta di lui che a un suo amico d’infanzia disse: “al
Comune tu sei Peppino e io il Podestà, fuori tu sei Peppino e io Alfredo”. Oppure quando negò al padre, che adorava, una
razione di 50 grammi di riso di cui non ne poteva fare a meno per ragioni di
salute, o che in tempo di guerra vedendo ragazzi con le scarpe usurate,
provvedeva ad accompagnarli dal calzolaio per donargliene un paio nuove.