Franco
Sabatino: “Alfredo, tu ci hai insegnato
un principio importante che poi ci siamo portati dentro. La morale della
gestione della cosa pubblica, concetto scomparso a Calvizzano e nell’intero
Paese”
Franco Sabatino, oggi 76enne, è stato consigliere comunale e assessore ai
tempi di Revenaz. Lui e tanti altri giovani dell’epoca che hanno avuto un ruolo
da protagonisti nelle amministrazioni degli anni 70-80, tra cui Pasquale Paolone,
Paolo Agliata, appresero proprio da Revenaz i
primi rudimenti della politica e della gestione della macchina
amministrativa. Sabatino fu uno dei fedelissimi del sindaco gentiluomo. Dopo
l’esperienza calvizzanese, continuò a fare politica a Napoli, dove andò ad
abitare. Nel 1988, spinto dal desiderio di dare un contributo alla sua città,
decise di ricandidarsi nelle fila della Democrazia cristiana. Sabatino, fine
oratore, non nascose mai il sogno di voler diventare sindaco di Calvizzano.
Riuscì ad essere eletto consigliere comunale, ma, dopo alcuni anni, si dimise
per dedicarsi esclusivamente alla professione forense.
Revenaz, invece, iniziò a governare nel 1964. Restò
sindaco ininterrottamente fino al 1973, quando fu mandato a casa
anticipatamente da una parte del gruppo socialista (capeggiato dal giovane ma
già abile politico, Giulio Di Donato) che, dopo aver stretto un accordo di governo cittadino, gli
negò l’appoggio. Dal 1973 al 1975 la
città fu commissariata, poi, sempre nel 1975, divenne sindaco per un breve
periodo Carlo Di Somma. Alle elezioni successive, Revenaz si ricandidò sempre
con la lista civica La Campana, conquistando 8 consiglieri comunali, come ci ha
riferito Paolo Agliata. In quella consiliatura, divenne sindaco, in seguito a
un accordo tra Democrazia cristiana e socialisti, Celestino Ferraro (deceduto
l’anno scorso). Questi, però, perse l’appoggio di alcuni componenti del gruppo
Psi che si fecero da parte. Allora, nel 1976, il nutrito gruppo democristiano
tentò di riproporre sindaco di nuovo Revenaz, il quale, nel frattempo, aveva
aderito alla diccì. Fu pure raggiunto l’accordo per un monocolore targato
balena bianca, ma, per colpa di qualche democristiano distratto che non lo rispettò,
non se ne fece più niente. Così Ferraro continuò a fare il sindaco fino al
1981.