L’artista poliedrico Santo Sarracino si confessa con la chitarra in mano: “con le mie canzoni cerco sempre di trasmettere sentimenti ed emozioni”
Santo
Sarracino, 70 anni, ha un dinamismo eccezionale che raddoppia
quando canta, accompagnandosi con la chitarra classica con la quale vive in
simbiosi da più di cinquant’anni. Suona
pure l’organo che, però, utilizza prevalentemente nelle serate di piano bar. Il
suo vastissimo repertorio spazia dal
blues al jazz, dal rock al funky, fino ad arrivare al classico napoletano. Lui
si definisce cantante da night, alla Fred
Buongusto per intenderci, essendo nato musicalmente negli anni 60, ma con
la sua voce calda e appassionata, riesce anche a interpretare magnificamente
canzoni umoristiche e della classica posteggia napoletana. Qualcuno, infatti,
in passato lo ha definito lo chansonnier di Calvizzano. Santo è un artista poliedrico,
oltre a essere autore di diverse decine di canzoni tutte depositate alla Siae è
anche poeta: ha dedicato anche alcuni suoi versi al suo amico di infanzia Otello, scritta in occasione della
morte del bravo musicista e poeta di colore, avvenuta in una gelida notte della
vigilia di Natale (si suicidò con un cappio alla gola). Un’altra poesia l’ha
scritta per la sua amica Enza Ferrillo,
una donna molto speciale, buona e disponibile, stroncata a 67 anni dalla sla.
Santo Sarracino, in quella occasione, lanciò i versi in rete, facendo
commuovere tutti gli amici del web. Dei suoi quattro figli, due maschi e due
femmine, solo Giacomo, capitano
dell’aeronautica, è un bravissimo chitarrista. Una delle sue numerose canzoni, “A mio figlio”, Santo l’ha dedicata ai suoi pargoli, come ancora
affettuosamente e scherzosamente li
definisce, mentre Marilù l’ha
scritta per Mary, l’ultima sua
figlia. L’ho sentita e vi posso garantire che mi sono commosso, anche perché
l’artista made in Calvizzano, quando la canta, ci mette cuore e passione ed è
capace di trasmettere le sue intense emozioni anche a chi lo ascolta. Ma Santo
è anche un’altruista di prim’ordine: insegna gratis a suonare la chitarra: lo
seguono una ventina di piccoli allievi al corso di primo livello che tiene al
Comune e 6-7 a quello di secondo livello, il più avanzato.
Una persona così non poteva non essere impegnato nel
sociale: ogni settimana, infatti, si reca all’ospedale San Giovanni di Dio di
Frattamaggiore, per far trascorre una giornata spensierata all’insegna dell’allegria
ai malati oncologici, con la cosiddetta musicoterapia. E’ un meridionalista
convinto: un’altra sua canzone, tra il serio e faceto, è intitolata “Nuie Simm d’o Sud”, scritta tempo fa
come risposta all’avanzata della lega di Bossi. Il geometra Santo Sarracino,
commerciante in pensione, nonno a tempo parziale, fedele al motto “chi si ferma
è perduto”, nonostante l’età avanzi e gli acciacchi comincino a farsi sentire, ha
ancora tanti progetti in mente e conta di realizzarli tutti. Da calvizzanesi
non si può non essere fieri di un
autentico showman come lui.
Mi.Ro.