Le scomode verità

La comunicazione locale, specialmente quando è fatta senza guardare in faccia a nessuno, è sicuramente tra i mestieri più difficili del variegato panorama lavorativo. Espone gli operatori a grossi rischi, che vanno dalla semplice contumelia alla più biasimevole aggressione fisica. Dalle nostre parti, in particolare, dove non esiste la cultura della critica, dove imperano prepotenza, arroganza e metodi camorristici, il rischio è elevato all’ennesima potenza. Se scrivi contro il potere politico, ti viene precluso l’accesso alle notizie; se parli contro l’opposizione, diventi un servo, un venduto, un prezzolato che agisce solo per avere un mero ritorno di favori di ogni genere. Se parli in modo critico di una persona, devi stare sempre sul chi va là, poiché, incontrandola per strada, potresti aspettarti qualsiasi reazione. Insomma, la comunicazione quasi “condominiale” è diventata una sorta di “mission impossibile”. Allora, spesso si è sfiorati dal pensiero di deporre le armi, specialmente quando il giornalismo lo si fa senza un rientro economico, perché lo si vede come un’opera sociale, il cui obiettivo è unicamente quello di migliorare il contesto in cui si vive. Finisce, così, che la mente viene assalita da pressanti tam tam e logorata da un continuo interrogativo: “ma chi me lo fa fare?”.

Nel giro di un mese, al sottoscritto è capitato ben due volte (a Marano) di essere stato minacciato solo verbalmente, fortunatamente. Martedì sera, poi, al secondo piano del comune di Calvizzano, sono stato apostrofato con un epiteto infamante dal consigliere comunale di minoranza Ivano Migliaccio: ne è testimone il dottor Scimia, altro consigliere di opposizione, il quale, però, non si è neanche degnato di dire una parola, non dico a mio favore, ma perlomeno per stigmatizzare il modus agendi del suo collega politico. Bisogna desumere che condivide gli stessi metodi?

All’ex assessore della giunta Pirozzi, sulle cui malefatte ci sarebbe da scrivere un libro intero, probabilmente, non sarà andata a genio la notizia che pure sua moglie ha prodotto osservazioni al piano urbanistico comunale. Notizia verificata e data con garbo, senza rimarcarla, per ottenere più effetto, nel titolo e che, tra l’altro, serviva solo, secondo chi ce l’ha fornita, a evidenziare la contraddizione del Migliaccio e quella dell’ex sindaco Pirozzi, poiché avevano sempre dichiarato che loro non avrebbero mai presentato osservazioni, perché il Puc è da bocciare. Premesso che le armi leali e legali di chi non gradisce una notizia dovrebbero essere solo ed esclusivamente quelle della smentita o della querela per diffamazione, questo signore, probabilmente, fa finta di ignorare sia le diverse decine di articoli scritti, ultimamente, contro il sindaco e la sua maggioranza sia tanti altri a favore dell’opposizione, in entrambi i casi perché ce n’erano i motivi. Purtroppo, le verità scomode fanno male.

In ogni caso, finché avremo forza fisica e mentale, noi porteremo sempre avanti lo stesso metodo di indagare la realtà, di cercare notizie che propongono ai cittadini chiavi di lettura, punti di vista belli e brutti e di raccontare fatti comodi e scomodi. Almeno fino a quando non ci venga impedito con metodi infamanti e mafiosi, che, comunque, denunceremo in tutti i modi e in tutte le sedi.

Mimmo Rosiello

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