Al Comune non si accorgono di aver inviato in regione un progetto senza il visto della Soprintendenza ai Beni archeologici e culturali, per cui sarebbe sfumata la possibilità di ottenere il finanziamento chiesto per il risanamento conservativo, il recupero architettonico e artistico della chiesa madre di San Giacomo. Si puntava, infatti, sui soldi del Parco Progetti, stanziati dalla regione Campania a sostegno delle politiche di sviluppo regionale, per rifare il look a uno dei luoghi di culto più belli della provincia di Napoli. A tal proposito il Comune ha pure presentato all’ente di Santa Lucia un progetto redatto da due professionisti di Calvizzano: l’ingegnere Giacomo Ferrillo e l’architetto Anna Mauriello, chiedendo 2milioni e 400mila euro. Il progetto, però, sarebbe stato accantonato, poiché mancante del visto con relativo parere della Soprintendenza ai Beni archeologici e culturali. Insomma, per una grave leggerezza si rischia di perdere un’opportunità unica. Di chi la colpa? Della politica o della burocrazia?
“La politica – afferma l’assessore alla Cultura Pasquale Napolano - funziona bene e corre anche a mille all’ora”. Non vuole, poi, aggiungere altro.
Ma in cosa consiste il progetto che tende a recuperare una delle chiese più belle della Campania, come è stata definita unanimemente dai vari Sovrintendenti ai Beni culturali che si sono succeduti, negli anni?
“Si tratta – spiega l’architetto Mauriello – di un intervento di risanamento conservativo esterno e interno, teso a riqualificare la valenza architettonica e artistica del monumento e a ripristinare la continuità strutturale degli elementi degradati, ristabilendo le originarie capacità di resistenza della struttura. Restauro delle opere in marmo, di quelle in legno e dei quadri di pregio, tra cui quelli del grande artista Vaccaro”.
Speriamo che si possa ancora rimediare.