Vincenzo Di Maio, il maestro dal cuore d’oro che insegna il judo dell’inclusione

 

Il maestro Di Maio con il suo allievo Davide Bammacaro: nel 2024 ha vinto la medaglia d'argento al campionato italiano esordienti  

Il racconto nasce grazie all’amico di Di Maio, Giuliano D’Errico, che ci ha parlato di questa splendida realtà. “Il maestro Enzo trasforma il judo in una lezione d’amore”

Sulla cintura del maestro il marchio JudoAut (Judo per bambini autistici)

C’è un tatami, nella palestra della scuola Armando Diaz di Calvizzano, dove il judo diventa molto più di uno sport. È lì che il maestro Vincenzo Di Maio, con il suo sorriso discreto e la sua passione sconfinata, insegna ai suoi allievi, grandi e piccoli, normodotati e “speciali”, che la forza più grande non è quella dei muscoli, ma quella del cuore.

A 51 anni, Vincenzo di tatami ne ha calcati tanti. Ha iniziato a soli otto anni, nel rione Don Guanella di Miano, dove è stato allievo del grande Giovanni Maddaloni, padre del campione olimpico Pino Maddaloni. Da allora non ha mai smesso di credere nel judo come scuola di vita, come strumento per costruire persone migliori, più consapevoli, più umane.

Oggi, nella sua palestra di Calvizzano, insegna a più di ottanta allievi, ma i suoi occhi brillano in modo speciale quando parla dei ragazzi con disabilità intellettive: “Vorrei far capire alle persone – dice con la calma e la determinazione di chi vive ciò che dice – che questi ragazzi non devono restare a casa. Vanno integrati. Noi non siamo medici, non facciamo terapia, ma con il judo insegniamo loro a stare insieme, a sentirsi parte di qualcosa, a credere in se stessi”.

Al suo fianco, come sempre, la moglie Anna Capriello, calvizzanese, anima discreta ma fondamentale, che si occupa delle pubbliche relazioni e sostiene ogni progetto con la dolcezza e la forza di chi crede davvero nel valore umano dello sport. E poi c’è il figlio, che insieme agli altri istruttori ha conseguito i brevetti speciali per poter seguire al meglio questi ragazzi unici, con sensibilità e competenza.

Dal tatami di Di Maio sono già nati diversi campioni, ma quando gli si chiede qual è la vittoria più grande, non ha dubbi: “ogni sorriso dei miei ragazzi vale più di una medaglia. Perché in quel sorriso c’è il senso di tutto”.

Ogni estate, insieme al suo team, Vincenzo partecipa con entusiasmo al “Villaggio di Dio”, la kermesse ideata da don Ciro Tufo, portando un messaggio di solidarietà e speranza. Un modo per restituire alla comunità un po’ di quel bene che ogni giorno riceve dai suoi allievi.

Grazie al Comune di Calvizzano, che con sensibilità ha messo a disposizione la palestra, il sogno di Vincenzo continua a vivere: un sogno fatto di kimono, cadute, abbracci, e di quella magia che solo lo sport sa creare quando incontra il cuore delle persone.

Perché il judo, nelle mani di Vincenzo Di Maio, non è solo una disciplina. È un linguaggio universale che parla di rispetto, amore e inclusione. È la dimostrazione che ogni ragazzo, se accolto con fiducia, può salire sul tatami della vita e, con un po’ di aiuto, rialzarsi sempre.




 

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