Uno spettacolo meraviglioso il quadro con l’Assunzione della Vergine sul soffitto della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Calvizzano: fu dipinto nel 1676 dal noto pittore napoletano Malinconico
La chiesa di Calvizzano – scrive la giornalista Maria Claudia Izzo su “Napoli Nobilissima”, rivista di Arti, Filologia e Storia – è un luogo indicativo per comprendere la temperie culturale nella quale operarono pittori come il Malinconico e come Nicola Vaccaro, che si mossero in maniera diversa da quell’indiscusso astro della pittura del Seicento che fu Luca Giordano. La loro arte è ispirata a modelli classici, è basata sull’esercizio del disegno e resta fortemente legata alla produzione del primo Seicento napoletano, in particolare alle esperienze di Massimo Stanzione e Andrea Vaccaro, anche se ciò non vieterà ad entrambi di sperimentare nuove vie, avvicinandosi rispettivamente all’arte di Giordano e all’ambiente prearcadico. In tal senso sia Andrea Malinconico sia Nicola Vaccaro seppero infondere uno spirito moderno a schemi tipici della tradizione seicentesca napoletana, elaborando una loro specifica versione di accademismo edulcorato, informata sulle nuove tendenze classiche e barocche.
Tornando al quadro di Calvizzano – aggiunge – l’Assunzione è da includere tra le opere del pittore ancora fortemente influenzate dai modi di Stanzione. Nel 1931 già il Galiero (prete e storico calvizzanese, ndr), parlando dei lavori di ristrutturazione della chiesa nei primi anni del Seicento, indicava come lavoro più importante il soffitto, dove nel 1676 veniva collocata la tela del Malinconico. Non si conoscono i dati precisi della commissione, ma è interessante osservare come a Giugliano, a poca distanza da Santa Maria delle Grazie, nel ricco soffitto ligneo della Santissima Annunziata (1618-1622), vi sia la Presentazione della Vergine al tempio, firmata da Massimo Stanzione, maestro per l’appunto di Andrea. Probabilmente la scelta dei governatori della chiesa di Calvizzano ricadde sul Malinconico in quanto stimato allievo del Cavaliere Massimo (Stanzione, ndr) e quindi capace di realizzare un’opera che non sfigurasse rispetto a quella della vicina chiesa dell’Annunziata.
Il soffitto della chiesa di Calvizzano è un pregevole esempio di manifattura lignea del Seicento.
“Quasi totalmente privo di elementi intagliati – è scritto su “Napoli Nobilissima” – è ornato da una fittissima decorazione di motivi floreali, di rosoni, di conchiglie, di elementi fogliacei. Un delicato festone di fiori sottolinea l’elaborato schema geometrico scompartito da cornici mistilinee dorate. Alle estremità, in quattro ricchi stemmi è raffigurato un drago dalla testa di cane coronato che divora un bambino, generalmente riferito a un benefattore della chiesa, Salvatore Visconti, esponente della famiglia dei Visconti di Calvizzano. In un secondo registro in quattro ovati retti da putti, sono raffigurate le tre virtù teologali, Fede, Speranza, Carità, con la Pace simboleggiata da una colomba bianca. Agli angoli della tela sono raffigurate le quattro virtù cardinali, Giustizia, Fortezza, Prudenza e Temperanza. Al centro, entro una cornice ottagonale dorata, è collocato il dipinto dell’Assunzione. La composizione si sviluppa su due piani distinti, secondo un impianto di ascendenza ancora latamente tardo manierista. In basso al centro Pietro raccoglie la corona di fiore della Vergine e tutt’intorno sono disposti gli apostoli, nel registro superiore è l’Assunta, con le braccia aperte e il viso rivolto in alto, su un banco di nuvole retto da angeli in pose acrobatiche. Al centro del dipinto è un paesaggio appena accennato”.
