Prosegue la rubrica I Sabati di Cultura con un’esclusiva di Gianpaolo Cacciapuoti: Domenico Mirabelli e Anna Rocco di Torrepadula, due famiglie nobili di Napoli Nord Unite

 

Si sa che tra le famiglie più influenti di Calvizzano nei tempi moderni c’è la famiglia Mirabelli, con Giuseppe, a cui è dedicato il corso principale del paese, che fu un grande giurista, presidente della Corte Suprema di Cassazione di Napoli e Senatore del Regno d’Italia.

La sua discendenza e la sua famiglia è stata parimodo importante per Calvizzano, con il padre, il fratello e il nipote che furono sindaci di Calvizzano; e proprio quest’ultimo, Domenico Mirabelli, ha permesso il legame della famiglia Mirabelli con un’altra importantissima famiglia di Napoli Nord: la famiglia Rocco di Torrepadula.

La famiglia Rocco di Torrepadula è una delle famiglie nobiliari più antiche di Napoli, tanto da avere avuto un Seggio omonimo, il seggio dei Rocchi, in epoca medievale (fino alle prime rivolte costituzionaliste, i Seggi nobiliari erano l’equivalente dei parlamentini delle municipalità odierne, dove le famiglie nobili egemoni nei territori della città sotto l’egida del Re governavano). Questo seggio poi fu agglomerato nel Seggio di Montagna, quello che era il seggio del Centro Storico della Città, nella zona della Somma Piazza (ovvero l’attuale Strada dell’Anticaglia, dove si trova l’antico teatro romano di Neapolis del I secolo d.C., inglobato tra i palazzi popolari antichi che la popolazione in epoca medievale costruì per assenza di spazio e inutilizzo del luogo).

Teatro romano di Neapolis, in via dell’Anticaglia. Fonte: https://www.visitnaples.eu/napoletanita/percorri-napoli/alla-scoperta-di-via-dell-anticaglia-un-mondo-perduto-tra-i-decumani-di-napoli

A partire dal XV secolo, la famiglia Rocco iniziò ad avere dei possedimenti a Casoria, un casale di allora poco più di 1000 abitanti in una zona tanto ricca di bosco quanto di terreno fertile (che con le bonifiche successive divenne un vero e proprio centro agricolo e industriale). Questi possedimenti, entro il Seicento, divennero la Insula Casoriana, un complesso di quattro palazzi che componevano quella che era la reggia personale della famiglia.
Il legame con Casoria era quindi sporadico ma saldo, e divenne indissolubile nel 1647: ai tempi, il reggente di famiglia era Carlo Rocco (Casoria, 1° settembre 1588 – Napoli, 22 gennaio 1651). Lui fu uno dei primi Rocco a nascere a Casoria, dopo suo padre Cesare (nato lì nel 1540) che si sposò con Isabella Carafa.
Carlo Rocco assunse ruoli amministrativi e giuridici molto importanti nella corte spagnola napoletana: nel 1620 fu eletto al Patriziato del Corpo della Città di Napoli (il Consiglio comunale di allora), fu Regio consigliere e, dal 1623 al 1626, Giudice della Gran Corte di Vicaria (la Corte d’Appello di Napoli). Per questo suo ruolo, e per la discendenza dinastica che tanto aveva dato a Napoli sin dai tempi svevi, gli fu conferito prima il Cavalierato di Calatrava, uno dei titoli più insigni della nobiltà spagnola, e poi, nel 1641, il titolo onorifico e simbolico di Principe di Torrepadula (oggi Torrepaduli, frazione del comune di Ruffano, in provincia di Lecce e ai tempi afferente a Otranto). Questo titolo sancì ufficialmente l’inizio della storia moderna dei Rocco di Torrepadula, che da allora si forgeranno di questo titolo.

Ritratto del Principe Carlo di Torrepadula. Fonte “Casa Rocco – Nove secoli di nobiltà napoletana” (Giancarlo Rocco, 2025, pag. 44, https://www.academia.edu/143404753/CASA_ROCCO_Nove_Secoli_di_Nobilt%C3%A0_Napoletana_a_cura_di_GRdT )

Nel 1647, ad ogni modo, ci fu la rivolta di Masaniello a Napoli, e Carlo Rocco, o meglio il Principe Carlo Rocco di Torrepadula, fu una delle figure puntate dai rivoltosi: girò infatti la voce che fosse in possesso di un decreto firmato dal Re che permetteva al popolo di non pagare alcune tasse, e che lo avesse gelosamente nascosto. Per questo, vide bruciata la sua casa a Napoli e distrutte le sue proprietà sulla (ai tempi bucolica) collina di Posillipo. Nonostante ciò, rimase vicino e fedele al Re per tutta la rivolta; ma dopo di essa fu talmente traviato che decise di abbandonare la vita politica e amministrativa, per diventare un chierico dell’Ordine Teatino. Questo segnò il definitivo disimpegno della famiglia Rocco dal Seggio di Montagna, e il definitivo passaggio del ramo di famiglia da Napoli a Casoria.

I Rocco, pur diventando Casoria-centrici, continueranno le proprie attività a Napoli, almeno fino alla rivoluzione della Repubblica Napoletana del 1799, che segnò definitivamente l’abbandono di Napoli.
Quanto al titolo di Principe di Torrepadula, questo ebbe una sorte molto travagliata: essendo Carlo morto senza figli, il titolo fu ereditato da Ippolita Rocco, figlia di suo fratello Ottavio. Costei aveva sposato Andrea Petagna, signore del Feudo di Trebisacce; e pertanto chiese che il titolo di principe venisse dato al marito, che divenne così Principe di Trebisacce. I Rocco persero poi il titolo totalmente con l’avvento dell’Unità d’Italia, con la nuova monarchia reggente che non volle continuare a premiare una delle famiglie più fedeli alla corona napoletana. Il titolo venne definitivamente ripristinato l’11 aprile 1925, quando venne riconosciuto nuovamente a Innocenzo Rocco, di Giovanni, pronipote nono del Principe Carlo.

La carriera dei Rocco di Torrepadula rimarrà sempre molto florida in campo giuridico: Nicola Rocco (Casoria, 8 ottobre 1811 – Napoli, 7 luglio 1877), di Marco e Orsolina Petrillo, fu uno stimatissimo giurista, padre del Diritto Privato Internazionale, con il trattato in tre volumi che fece pubblicare nel 1858; e Gennaro Rocco (Napoli, 31 gennaio 1814 – 16 luglio 1899), suo fratello, fu presidente della Corte d’Appello di Napoli.

Da Nicola, Gennaro, e Giovanni Giuseppe Rocco (Napoli, 27 dicembre 1806 – Casoria, 31 maggio 1864), nacque una discendenza che non solo si mostrò valevole dal punto di vista giuridico, ma ringalluzzì la professione politica in famiglia:

-        Da Gennaro e Mariangela De Petris Fraggianni, nacque Pietro Rocco di Torrepadula (Avellino, 15 giugno 1851 – Torre del Greco, 28 gennaio 1898), magistrato e Deputato alla Camera del Regno d’Italia tra il 1882 e il 1886.

Dal suo matrimonio con la cugina Francesca Rocco, nacque Marco Rocco (Napoli, 21 gennaio 1887 – Capri, 2 aprile 1943), che fu Sindaco di Casoria e Deputato alla Camera dei Deputati del Ragno d’Italia tra il 1919 e il 1924.

Fratello di Pietro era il Principe Giovanni Rocco di Torrepadula (Napoli, 21 agosto 1853 – 23 agosto 1894), che con Adele dei Marchesi di Andreassi ebbe Luigi Rocco (Napoli, 3 giugno 1894 – 2 novembre 1951), che fu il primo sindaco di Casoria dell’era repubblicana, tra il 1945 e il 1946, e fu eletto Deputato alla Camera della Repubblica dal 1° dicembre 1949 al 3 febbraio 1951, con la DC.

-        Da Giovanni Giuseppe e Annamaria Filomena Santangelo, nacque Marco Rocco (Napoli, 25 aprile 1859 – 9 gennaio 1938). Costui fu sindaco di Casoria per due volte, dal 1882 al 1885 e dal 1901 al 1904, fu Presidente del Comizio Agrario del Comprensorio di Casoria (a cui afferiva anche Calvizzano), e infine Assessore alle Finanze del Comune di Napoli dal 1890 al 1897. È a lui che è intitolata la via omonima del Frullone oggi, che prima si chiamava Strada dei Canapi Miano-Agnano, dal 1964.
Infine, fu Deputato della Camera del Regno d’Italia dal 1904 al 1913.


Foto di via Marco Rocco di Torrepadula, al Frullone. Fonte https://piscinola.blogspot.com/2021/03/normal-0-14-false-false-false-it-x-none.html

-        Da Nicola e Concetta Craxi*(figlia di Don Filippo Craxi, Procuratore Generale della Corte Civile di Messina) nacque Marco Rocco (Napoli, 2 marzo 1848 – 11 agosto 1916), che fu Consigliere della Provincia di Napoli e, tra il 1882 e il 1904, Deputato alla Camera del Regno d’Italia.

Come si può notare, a Casoria nel 1904 ci fu una situazione grottesca: ben due Marco Rocco, cugini, si contesero l’elezione alla Camera dei Deputati nel seggio di Casoria. Il primo, Marco fu Nicola, era già deputato della Destra storica da quasi un ventennio: dichiarava Telesforo Sarti, giornalista e scrittore italiano dedito alla scrittura delle biografie dei parlamentari del tempo, diceva di lui che:

«Siede a destra, tenne parecchi discorsi e fu chiamato a far parte di Commissioni diverse, ma da parecchio tempo è meno assiduo e la voce di lui non la ripetono più gli echi di Montecitorio. Del Rocco così scriveva tempo fa uno spiritoso giornale: “Se ci fosse un partito di conservatori cattolici alla Camera, l’avvocato Rocco vi sarebbe a posto, fra i più francamente devoti alla religione. Mancando il partito suo naturale, egli si contenta di essere devoto un po’ di tutti i Ministeri”»

(fonte: https://archiviocasoria.wordpress.com/2013/10/15/i-rocco-di-casoria-nell800/ )

Marco fu Giovanni, invece, in quel momento era nel periodo di gloria maggiore: era sindaco di Casoria, e quindi per questo ben conosciuto nel collegio, ed era già conosciuto sia come sindaco che come amministratore e politico nel territorio.

La campagna elettorale fu serratissima: ci furono due settimane di manifestazioni, con bande musicali per le vie di Casoria e di Frattamaggiore (parte del seggio), che scaturivano ogni volta in tafferugli. Sulla stampa nazionale non mancarono battute satiriche, come «chi avrà più Rocco farà più tela», e «fortuna che le donne non siano elettrici…».

Alla fine, Marco fu Nicola fu sconfitto e non poco dal cugino, dando quindi vita a un apparente eredità del seggio.

Proprio da Marco Rocco fu Nicola e Concetta Del Santo nacque nel 1879, al quartiere Porto di Napoli, Anna Maria Rocco di Torrepadula; e costei sposerà il 26 aprile 1900 Domenico Eligio Mirabelli, nato nel quartiere San Lorenzo a Napoli il 16 marzo 1877 da Gennaro (figlio del Conte Giuseppe) e Amalia Vulpes.
Dal loro matrimonio, nasceranno Maria Pia, Maria Rosaria e Maria Teresa Mirabelli; e questo porrà fine all’ereditarietà del cognome Mirabelli.

Per quanto riguarda i Rocco di Torrepadula, il loro legame con Casoria si è esaurito nel XX secolo: la famiglia, infatti, durante il Novecento ha iniziato a espandersi in tutta Italia, da Roma a Genova, da Livorno a Bologna.

Il legame con Casoria terminerà con Marco Rocco (1931- 1986), figlio di Antonio e nipote di Marco fu Giovanni.

Infine una curiosità: nel Palazzo Rocco, il palazzo più grande dell’Insula Casoriana e edificio che oggi simboleggia la famiglia, in via Nicola Rocco, pare si riunì Don Luigi Sturzo con i deputati cattolici per dar vita al Partito Popolare Italiano, il padre della futura Democrazia Cristiana. I Rocco, pur essendo politicamente cattolico-conservatori, furono sempre antifascisti.

Palazzo Rocco di Torrepadula, in via Nicola Rocco, Casoria. Fonte https://piscinola.blogspot.com/2021/03/normal-0-14-false-false-false-it-x-none.html

 Gianpaolo Cacciapuoti

* = Potrebbe esserci un legame familiare, seppur lontano, tra Bettino Craxi e donna Concetta Craxi: i Craxi, infatti, sono originari del messinese, e originariamente il cognome del fu Presidente del Consiglio si leggeva “crasci”.
Della famiglia di Bettino Craxi si sa che il padre, Vittorio, era originario di San Fratello (ME), e i suoi avi erano originari di San Salvatore di Fitalia (ME). Don Filippo Craxi, a quanto è stato possibile riconoscere, è nato nel 1781 ed è stato Procuratore Generale fino al 1855. Della famiglia di Bettino Craxi gli fu contemporaneo tale Salvatore Craxi (San Fratello, 1790 – 17 novembre 1851), suo trisnonno.

 

 









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