Maga Maghella e la politica calvizzanese: favole e marciapiedi

A volte serve un po’ di satira per sollevare gli umori e ricordare che, anche nella politica, ridere è meglio che piangere

 

A Calvizzano, si sa, la politica non è mai noiosa. C’è chi cambia casacca più velocemente di quanto cambi stagione, chi da oppositore si ritrova in maggioranza e chi, da braccio destro, diventa anche il sinistro. In questo teatro di trasformismi, non poteva mancare una figura leggendaria: Maga Maghella, l’unica che, pare, capisca davvero cosa succede sotto il cielo calvizzanese.

Il signor Ivano Migliaccio (Fratelli d’Italia, vicino a Michele Schiano di Visconti), storico uomo di fiducia del sindaco Pirozzi (Forza Italia) e presenza costante dietro le quinte del potere locale (è stato per diversi anni consigliere comunale e assessore), ha deciso di entrare nel mondo della letteratura con un commento social degno di un moderno Boccaccio. Paragonare Maga Maghella a Giulietta di Verona non è impresa da poco. Forse intendeva sottolinearne la passione, o forse l’ha fatto per dire… beh, qualcosa di meno poetico.

Naturalmente, nessuno si scandalizza: Maga Maghella non esiste davvero, ma incarna quella voce di popolo che, tra un marciapiede e una chiacchiera, raccoglie tutto ciò che accade nel paese. Se quei marciapiedi potessero parlare, altro che Shakespeare: ci vorrebbero volumi interi per raccontare le scene di questa tragicommedia politica.

In un momento in cui non si capisce più chi governa e chi protesta, chi è ex e chi è “ritornato in servizio”, Maga Maghella sembra l’unica con il dono della chiarezza. Forse è davvero una maga, o forse semplicemente è una cittadina che osserva, giorno dopo giorno, il grande spettacolo del potere locale, dove a volte la magia serve solo a nascondere la confusione.

E così, tra un post social e una dichiarazione sibillina, la politica calvizzanese continua a regalare episodi degni di una commedia all’italiana. Con un cast stabile, certo, ma con ruoli che cambiano di continuo.

Perché, in fondo, a Calvizzano più che la politica, serve un po’ di… magia.

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