I progetti finanziati con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) devono essere conclusi, cioè realizzati, collaudati e rendicontati entro il 31 dicembre 2026
I progetti finanziati con il PNRR (Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza) devono essere conclusi, cioè realizzati,
collaudati e rendicontati entro il 31 dicembre 2026.
Questo termine deriva dal regolamento
europeo che istituisce il Next Generation EU, il fondo da cui dipende il PNRR: l’Unione
Europea prevede che tutti gli interventi e le relative spese siano completati e
certificati entro quella data, perché oltre il 2026 non sono più previsti
rimborsi o pagamenti dei fondi. La spesa deve essere rendicontata all’UE entro
quella data. Eventuali ritardi rischiano di far perdere il finanziamento o
spostare l’intervento su altre fonti (es. PNC o fondi nazionali).
Cosa succede se un progetto PNRR non si
conclude in tempo? E’ possibile ottenere proroghe?
Se
i lavori non sono conclusi entro il 31 dicembre 2026 Il finanziamento PNRR
decade per la parte non completata. L’UE rimborsa solo le spese effettivamente
sostenute e certificate entro quella data. Lo Stato o l’ente attuatore (comune,
regione, azienda, ecc.) deve quindi coprire con risorse proprie o con altri
fondi nazionali ciò che resta da fare. L’intervento può essere comunque
terminato, ma non più con soldi del PNRR.
Possibilità di “spostare” il progetto
Nel 2023–2024 il Governo italiano ha
introdotto la distinzione tra: Progetti PNRR “core”, che restano nel piano
europeo e devono chiudersi entro il 2026; Progetti “complementari” o PNC (Piano
Nazionale Complementare), finanziati con fondi nazionali e quindi con scadenze
più flessibili.
Se un intervento non riesce a stare nei
tempi PNRR, può essere trasferito al PNC o ad altre fonti (FSC, fondi
regionali, ecc.), ma serve una decisione formale da parte dei ministeri
competenti.
Proroghe ufficiali
Non esistono proroghe oltre il 2026 con
fondi europei:
l’UE non consente di prolungare il PNRR,
perché i fondi Next Generation EU scadono.
Le uniche proroghe possibili riguardano le scadenze intermedie nazionali, per esempio: prorogare il termine di affidamento lavori, spostare la chiusura di un lotto, ma non la fine complessiva del progetto.
