Calvizzano. Il Comune acquista 50 copie del libro “Come un uragano”, ma la biblioteca è chiusa da anni e le associazioni culturali non ci sono più. Un omaggio giusto, ma che lascia l’amaro in bocca
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A Calvizzano si tornerà a
parlare di cultura, almeno per un giorno.
L’11 novembre, nella Sala
Consiliare, sarà presentato il libro “Diana Pezza Borrelli. Come un uragano” di
Maria Rita Cerimele, opera che racconta la vita e la testimonianza di una donna
straordinaria, esempio di impegno, fede e solidarietà.
La Giunta Comunale ha deciso di acquistare 50 copie del volume (per la somma di 700 euro iva compresa al 4%), da destinare alla "Biblioteca Comunale, alle scuole del territorio e agli organismi culturali locali".
Un gesto che, nelle
intenzioni, vuole valorizzare la memoria e diffondere un messaggio positivo,
specie tra i giovani.
Tutto giusto. Tutto
condivisibile. Ma resta una domanda semplice, inevitabile: dove andrà a finire
questa cultura?
La “Biblioteca Comunale”
di Calvizzano, in realtà, non è più una biblioteca. È una stanza al piano terra
del Municipio, utilizzata come ufficio comunale.
Un luogo simbolico, più
che reale, che torna a vivere solo nei documenti ufficiali e nei buoni
propositi.
Quanto agli organismi
culturali, la situazione è ancora più desolante: dopo la scomparsa della Pro
Loco, il paese non ha più un’associazione stabile che organizzi eventi,
incontri, rassegne, momenti di lettura o riflessione.
Eppure, proprio la storia
di Diana Pezza Borrelli ci parla di partecipazione, di comunità, di relazioni.
Il suo esempio, quello di
una “figura di rilievo morale e sociale della comunità locale, impegnata in
ambiti di promozione umana, dialogo interculturale e solidarietà”,
stride con la solitudine culturale in cui oggi si trova Calvizzano.
Forse, l’acquisto delle
50 copie non cambierà molto. Ma potrebbe essere un piccolo segno, un promemoria
silenzioso: che senza spazi, senza idee condivise, senza luoghi dove leggere e
discutere, la cultura resta solo un atto amministrativo.