“1925. Mia Madre”: un anno fa la proposta di presentare il libro di Franco Cuomo, ma dal Comune di Calvizzano ancora nessuna risposta

                                            

Esattamente un anno fa, nell’ottobre 2024, dalle pagine di Calvizzanoweb avevamo lanciato una proposta semplice ma significativa: che l’amministrazione comunale di Calvizzano si impegnasse a organizzare una presentazione pubblica del libro “1925. Mia Madre” dello scrittore Franco Cuomo, un’opera intensa che racconta una storia profondamente legata alla nostra comunità.

A distanza di dodici mesi, però, la proposta non è stata ancora accolta. Nessuna iniziativa ufficiale è stata promossa, nonostante il forte legame che il libro custodisce con Calvizzano, luogo di nascita della protagonista, Maria Mauriello, madre dell’autore.

Il romanzo, edito da Franco Di Mauro, è una toccante testimonianza d’amore filiale e di memoria collettiva. Franco Cuomo racconta la vita di una donna straordinaria, nata a Calvizzano nel 1925, che dopo il matrimonio con Mario Cuomo si trasferì a Vico Equense, dove visse fino al 2019, anno della sua scomparsa all’età di 94 anni.

Il libro attraversa quasi un secolo di storia: dagli anni della povertà e del fascismo fino al dopoguerra, restituendo al lettore uno spaccato autentico di vita quotidiana, sacrifici e sentimenti veri. “Questo libro – scrive l’autore – parla di lei; dei suoi ricordi, delle sue parole, di un mondo che non esiste più se non nella scrittura e nella memoria”.

Chi lo ha letto ne è rimasto profondamente colpito. “L’ho letto tutto d’un fiato – scrive il direttore di Calvizzanoweb Mimmo Rosiello – mi ha emozionato e mi ha fatto pensare a mia madre, una donna forte e di grandi valori, proprio come Maria Mauriello. Vi consiglio di leggerlo: compratelo, compratelo, compratelo”.

Proprio per questo, sarebbe bello che Calvizzano, il paese dove tutto ebbe inizio, potesse rendere omaggio a questa storia e al suo autore, accogliendo finalmente la proposta avanzata da Calvizzanoweb un anno fa. Una presentazione del libro non sarebbe solo un evento culturale, ma un gesto di memoria, riconoscenza e identità verso una delle sue figlie più autentiche.

Rinnoviamo dunque il nostro appello all’amministrazione comunale:

Calvizzano non dimentichi le proprie radici, le proprie storie, le persone che l’hanno resa viva attraverso la memoria e la scrittura. Presentare “1925. Mia Madre” significherebbe dare voce alla nostra stessa comunità.

 L’appello resta aperto: l’invito è ancora valido, oggi più che mai.

Maria Mauriello in una foto del 1942 
L’incipit

 

Maria Mauriello in una foto del 2011

"L’avevo voluta tenere con me fino alla fine. Ci sono quelli che li depositano nelle case di cura per vecchi e dicono che lo fanno per il loro bene, bugia meschina, ne ho conosciuti tanti e tante, che poi dopo fanno vedere che vanno in crisi divorati da inutili sensi di colpa, anche quelli una recita a soggetto. Per me fu una scelta precisa: io e lei saremmo rimasti insieme, io e lei siamo ancora insieme. Io tornavo dal lavoro alle 18:30, davo il cambio a una ragazza che le faceva compagnia quando non c’ero, ne avevo due, una di mattina e una di pomeriggio. Tornavo e le davo il cambio e rimanevo a casa con lei e dormivo con lei. Al mattino aspettavo l’altra, e poi di corsa alla stazione per il treno. Dieci anni sempre uguali, ma io la volevo nella sua casa, nella sua stanza da letto dove era stata felice col suo Mario. Gli ultimi due anni – i peggiori – lei si lamentava di notte, io andavo a dormire a casa mia, altrimenti al mattino ero uno straccio, ma alle 9 ero già con lei; ero andato in pensione da due anni, e rimanevo con lei tutto il giorno, la carezzavo, la pettinavo, la lavavo con la badante o con mia sorella. Lei sapeva di stare a casa sua. Tutto questo è durato dieci anni, dieci lunghi anni che non è più uscita da casa. Quando mia nipote piangendo mi chiamò per dirmi che se ne era andata mi uscì solo un grido strozzato, arrivai da lei in pochi minuti, era lì reclinata su un fianco, col viso sereno, la bocca socchiusa, me l’abbracciai, chiamando: “Mamma, mamma” e scoppiando finalmente a piangere a singhiozzi violenti. La vestii io, insieme ad Angelina, una nostra vicina e a Nino, il mio e il suo medico, oltre che mio amico. L’avevo voluta con me fino alla fine in quella sua casa. Glielo dovevo, le dovevo tutto perché lei mi aveva dato tutto. Era l’undici di un piovoso aprile del 2019. Mi manca solo lei e ci sono momenti che il dolore della sua assenza è più forte di quel giorno".

Franco Cuomo


Franco Cuomo, 74 anni (è nato a Vico Equense il 5 maggio 1951). È stato funzionario del Settore Musei e Biblioteche della Regione Campania; docente a contratto presso la facoltà di Architettura della “Federico II” alla Cattedra di Cultura Tecnologica, e di Sociologia dei Processi Comunicativi alla SUN (oggi Università della Campania “Luigi Vanvitelli”). Ha pubblicato numerosi saggi di filosofia e studi culturali per Dedalo, Franco Angeli, La Città del Sole, Electa Napoli; due romanzi e una serie di racconti. Da quindici anni, come coordinatore del circolo VAS della sua città, è impegnato nel tutelare l’ambiente e la sua terra e di diffondere la cultura della legalità. Per i tipi della Franco Di Mauro ha pubblicato, nel 2002, Etica e Globalizzazione con prefazione di Aldo Masullo e nel 2021 Cacotopie distopiche e pandemiche. Il 4 novembre 2018 è stato insignito del Premio Internazionale di Ecologia, Verde Ambiente, con medaglia dal Presidente della Repubblica.

Il dettaglio

Franco Cuomo è cugino di Antonio Mauriello, ex vicesindaco ai tempi della consiliatura Granata, ed ex presidente del Consiglio comunale, durante la consiliatura Salatiello. La mamma di Antonio Mauriello, “zia Giulia”, era cognata di Maria Mauriello, la figlia di Angela "passarella" (il soprannome della madre).


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