Manutenzione straordinaria reti idriche e fognarie: approvato progetto da 300mila euro, integrata la delibera dell’ex Giunta Morra
Con la delibera n. 4 del 24
settembre 2025, la commissione straordinaria ha integrato un precedente atto
adottato dall’ex amministrazione Morra, sciolta per infiltrazioni mafiose,
risalente al 6 agosto scorso. L’integrazione si è resa necessaria per l’omessa
indicazione del CUP (Codice Unico di Progetto), indispensabile per la
tracciabilità amministrativa e finanziaria dell’intervento.
La delibera originaria aveva
approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo a interventi
di manutenzione straordinaria sulle reti idriche e fognarie cittadine.
L’importo complessivo dei lavori ammonta a 300mila euro.
Il finanziamento dell’opera sarà
possibile attraverso una procedura devolutiva, che consente il diverso utilizzo
di fondi già concessi ma non ancora spesi. In particolare, verrà utilizzata una
quota residua di un mutuo di 3 milioni di euro, già acceso in passato, ma non
completamente impiegato.
L’intervento rappresenta un passo
importante per la riqualificazione e la messa in sicurezza delle infrastrutture
idriche e fognarie, garantendo maggiore efficienza e sostenibilità nella
gestione delle risorse.
Che cos’è il CUP
Il Codice
Unico di Progetto (CUP) è il codice che identifica un progetto d’investimento
pubblico e lo accompagna in tutte le fasi della sua realizzazione: rappresenta
lo strumento cardine per il funzionamento del Sistema di Monitoraggio degli
Investimenti Pubblici (MIP). Il CUP è l’unico elemento in grado di identificare
in modo assolutamente non ambiguo un progetto di investimento pubblico
consentendo, pertanto, il suo monitoraggio.
Il CUP è uno
dei principali strumenti adottati per garantire la trasparenza e la
tracciabilità dei flussi finanziari, per prevenire eventuali infiltrazioni
criminali in particolare per il Monitoraggio Finanziario delle Grandi Opere
(MGO).
I progetti
rientranti nella spesa per lo sviluppo possono consistere in:
- lavori pubblici (come individuati dalla legge 109/1994 e s.m.i.);
- incentivi a favore di attività produttive;
- contributi a favore di soggetti privati, diversi da attività
produttive;
- acquisto o realizzazione di servizi (compresi corsi di formazione e
progetti di ricerca);
- acquisto di beni finalizzato allo sviluppo;
- sottoscrizione iniziale o aumento di capitale sociale (compresi spin
off), fondi di rischio o di garanzia.
La richiesta
del CUP è obbligatoria anche nel caso di interventi rientranti nei Fondi
europei per la politica di coesione 2021-2027 e nel Fondo per lo Sviluppo e la
Coesione.
La normativa
relativa al CUP si applica alle Amministrazioni pubbliche, agli Enti e alle
società operanti in Italia. La sua richiesta è obbligatoria per la “spesa per
lo sviluppo”, inclusi i progetti realizzati utilizzando risorse provenienti da
bilanci di enti pubblici o di società partecipate, anche indirettamente, da
capitale pubblico e quelli realizzati con operazioni relative alle disposizioni
contenute nel Libro IV del Partenariato Pubblico Privato e delle Concessioni,
artt. 174 e ss., decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, anche ove affidati
con la procedura di cui alla finanza di progetto, ex art. 193, o comunque che
coinvolgono il patrimonio pubblico, anche se realizzati con risorse private.
Un “progetto
d’investimento pubblico” è un complesso di azioni o di strumenti di sostegno,
afferenti ad un medesimo quadro economico di spesa e collegati fra loro da
quattro elementi: la presenza di un decisore pubblico, la previsione di un
finanziamento (diretto o indiretto, totale o parziale) con risorse pubbliche,
l’indicazione di un comune obiettivo di sviluppo economico e sociale e la
definizione di un orizzonte temporale certo.
Per “risorse
pubbliche” si intendono “… risorse provenienti da bilanci di enti pubblici
(amministrazioni centrali, regionali, locali, altri enti pubblici) o di società
partecipate, direttamente o indirettamente, da capitale pubblico …”
(delibera CIPE n. 143/2002). In base a quanto disposto dalla delibera CIPE n.
34/2009, il CUP deve essere richiesto anche per lavori pubblici realizzati con
operazioni di finanza di progetto pura, ovvero non assistita da capitale
pubblico.
Il
decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge
11 settembre 2020, n. 120, all'articolo 41, comma 1, rafforza il ruolo del
Codice Unico di Progetto (CUP), stabilendo l’obbligo di riportare i CUP dei
progetti di investimento pubblico negli atti amministrativi che ne dispongono
il finanziamento pubblico o ne autorizzano l'esecuzione pena la nullità
dell’atto.
Il CUP è
costituito da una stringa alfanumerica di 15 caratteri, come a titolo
di esempio:
G17H03000130001
ed è
rilasciato al termine dell’inserimento di alcuni dati - il cosiddetto “corredo
informativo” - riguardanti il progetto d’investimento pubblico all’interno del
Sistema CUP quali:
- natura e tipologia (realizzazione di lavori pubblici, acquisto di
beni, concessione di incentivi ad unità produttive, ecc.);
- settore d’intervento;
- localizzazione territoriale specifica;
- copertura finanziaria;
- settore di attività economica prevalente del soggetto beneficiario
dell’investimento pubblico (solo per i contributi alle attività
produttive);
- tematica, sub-investimento e target (per i soli progetti finanziati
dal PNRR).
Il corredo
informativo rappresenta la fotografia del progetto al momento in cui ne è
decisa la realizzazione; sarà possibile solo apportare correzioni alle
informazioni inserite in maniera errata al momento della richiesta del codice e
procedere alla chiusura e/o alla revoca del progetto.
Il codice
accompagna ciascun progetto dal momento in cui il soggetto responsabile decide
la sua realizzazione fino al completamento dello stesso e rimane nella banca
dati del Sistema CUP anche dopo la chiusura del progetto.