Campo sportivo, Francesco Ferrillo attacca: “inaugurazione nel 2026, sei anni persi per non aver ascoltato l’opposizione”
“Salvo
imprevisti che non ci auguriamo, il campo sportivo verrà consegnato al paese in
autunno 2026, cioè dopo sei anni di consiliatura Pirozzi. Tempi biblici, che si
sarebbero potuti accorciare di gran lunga se il sindaco avesse ascoltato i
nostri consigli. A quest’ora la struttura sarebbe già operativa”. A parlare
è Francesco Ferrillo, consigliere di opposizione, che torna a criticare
duramente la gestione del progetto del campo sportivo da parte
dell’amministrazione Pirozzi.
Ferrillo,
insieme a Mario Salatiello, entrambi eletti nel 2020 con la lista “Calvizzano
Riparte con Pirozzi Sindaco” e poi passati all’opposizione, già nel Consiglio
comunale del febbraio 2022 aveva proposto la strada del project financing per
accelerare i tempi di realizzazione. Una proposta inizialmente respinta dal
primo cittadino, che in quell’occasione tagliò corto: “Decidiamo noi –
disse Pirozzi – perché, fortunatamente, siamo maggioranza. Voi no”.
Solo
successivamente, anche a fronte dei ritardi accumulati, il sindaco sembrò
aprire alla proposta dell’opposizione. Nel Consiglio comunale per
l’approvazione del bilancio di previsione 2022, lo stesso Pirozzi ammise le
difficoltà nel portare avanti il progetto e dichiarò pubblicamente: “Mi sono
proposto, e qui voglio dare soddisfazione a te (rivolgendosi a Ferrillo, ndr) e
ai tuoi colleghi consiglieri, che se non riusciamo in breve tempo a procedere,
seguiremo la strada del bando pubblico, come da voi indicato. Ve lo posso pure
mettere per iscritto, perché è una cosa a cui tengo tantissimo”.
Dopo le
dimissioni di Salatiello, il gruppo di opposizione risultava composto da tre
consiglieri: Francesco Ferrillo, Michele D’Ambra e Marzia Mazzei. Nonostante le
aperture, però, il progetto ha continuato a subire ritardi, tanto che la
consegna della struttura è ora prevista per l’autunno del 2026.
“È
l’ennesima occasione persa – conclude Ferrillo –. Abbiamo perso anni
preziosi per una questione di orgoglio politico. Il paese avrebbe meritato di
meglio”.