Quando la parola vale più del disprezzo: Fabrizio Ciccarelli difende Napoli e il giornalismo di Rosiello
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Fabrizio Ciccarelli |
In un tempo
in cui la visibilità conta più della verità e la polemica spesso sostituisce il
pensiero, sorprende e conforta l’intervento netto e coraggioso del poeta e
scrittore Fabrizio Ciccarelli. Un’intellettualità lucida e senza ambiguità che
ha scelto di intervenire pubblicamente in difesa di Napoli, della libertà di
espressione e della dignità professionale del giornalista Domenico Rosiello.
Ciccarelli
lo ha fatto senza ambiguità, “mettendoci la faccia”, come si dice oggi. Lo ha
fatto ricordando con intelligenza e ironia come queste offese denigratorie,
spesso provenienti da personaggi sconosciuti in cerca di un effimero momento di
notorietà, assomiglino a una vecchia trasmissione condotta da Gigi Sabani: “Re
per una notte”. Chi grida più forte o offende più pesantemente diventa, per
poche ore, protagonista. Ma l’eco si spegne presto. E resta solo la tristezza
di un attacco sterile.
Di
tutt’altro spessore il giornalismo rappresentato da Domenico Rosiello,
professionista attivo da oltre trent’anni, che ha svolto il suo lavoro con
passione, rigore e indipendenza. Un mestiere, quello del giornalista, che non
si improvvisa: a differenza del semplice blogger (figura ormai alla portata di
chiunque) il giornalismo richiede esperienza, senso critico, responsabilità e
rispetto della verità.
Rosiello,
oltre al suo curriculum giornalistico, può contare su una vita lavorativa che
gli ha garantito una pensione dignitosa. Non deve dimostrare nulla a nessuno e,
forse, in alcuni casi, è lui a sostenere, moralmente o intellettualmente, chi
oggi tenta di screditarlo.
Ciccarelli,
con parole dirette ma eleganti, ha rimarcato un principio tanto semplice quanto
dimenticato: criticare è lecito, offendere è vile. Il dissenso politico deve
restare sul piano delle idee. L’attacco personale, specie verso chi ha lavorato
onestamente per una vita, rivela debolezza, non forza. E se a compierlo è un
politico, oltre al discredito personale, si rischia di compromettere anche la
propria credibilità pubblica.
Nel momento
in cui si chiede ai cittadini di credere nella politica, nella cultura e nel
giornalismo, è fondamentale riconoscere e sostenere chi agisce con coerenza e
professionalità. Ciccarelli lo ha fatto. E per questo il suo gesto, pur
semplice, assume un valore esemplare.
“Sei un intrallazzatore pilotato”:
l’ultima offesa a chi fa giornalismo libero
“Sei un intrallazzatore pilotato da chi ra a mangià a famiglia toia, non sei un giornalista sei un blogger”.
Questa è la
sintesi, in dialetto e rabbia, delle accuse che mi ha rivolto un politico
locale, infastidito da un articolo pubblicato su CalvizzanoWeb, il blog che ho
fondato nel 2009 e che da allora continua a raccontare, documentare e spesso
disturbare.
Non scrivo
queste righe per fare vittimismo: è una dinamica che conosco fin troppo bene.
Da oltre trent’anni mi occupo di informazione e sono iscritto all’Ordine dei
Giornalisti dal 1992. Di frasi offensive e minacce, purtroppo, ne ho
collezionate parecchie. Ma ogni volta che accade, credo sia giusto registrare
l’episodio, anche solo per lasciare traccia della difficoltà di fare
giornalismo serio, libero e indipendente nei nostri territori.
Qualcuno
commenterà: “Perché non lo quereli?”. Non lo farò. Le ragioni sono diverse e
richiederebbero tempo per essere spiegate. Non voglio annoiare, né dilungarmi
in ciò che potrebbe apparire come una difesa personale. Non ne ho bisogno.
Ho scritto
questo pezzo per testimoniare un clima che continua a essere ostile nei
confronti di chi esercita il diritto (e il dovere) di informare. E anche
perché, alla fine, chi lancia accuse infondate e violente, finisce spesso per
farsi male da solo.
Il mio
percorso professionale è trasparente. Non so se altrettanto si possa dire di
chi occupa certe poltrone politiche.
Continuerò a
fare il mio lavoro, come sempre. Con dignità. E soprattutto con la coscienza
pulita.
Mimmo
Rosiello
Il
commento di Fabrizio Ciccarelli
Queste
offese denigratorie non so voi, ma a me fanno sorridere.
Vi
ricordate di quegli sconosciuti che per avere solo un po' di attenzione, seppur
per qualche ora, sparlano di Napoli offendendola con bassezze del loro livello?
Ebbene a me fanno sorridere perché ricordano un programma televisivo di tanti
anni fa che conduceva il compianto Gigi Sabani, si chiamava: "Re per una
notte".
Nella
fattispecie di quest'ultima, giunta al grande Rosiello, possiamo subito
stabilire che il blogger può farlo chiunque, mentre l'attività di giornalismo
no. Il giornalista, nel caso di Rosiello che lo è da oltre 30 anni, può
scrivere su un giornale, su un foglio di carta, su un manifesto, su un
fazzoletto e anche su un blog, le notizie rilevanti e darne diffusione.
Per quanto
riguarda poi la sua persona è chiaro non lo si conosce personalmente.
Precisiamo
subito che ad affiancare la vita del giornalista è stato un lavoro svolto per
oltre 40 che gli ha concesso il pieno diritto di godimento di una pensione di
riguardo e di tutto rispetto, per cui di certo non ha bisogno di qualcuno che
lo dia a campare, in alcuni casi forse, possiamo anche dire che è il contrario.
Detto
questo è il caso di concludere che fare politica è un conto, attaccare
personalmente un giornalista è un altro. Anche un cittadino poco acuto si
accorgerebbe della differenza e il politico di turno poi fa una brutta figura.
A questo
punto consiglio, al fantomatico politico, di dissentire se è opportuno
una eventuale critica e di allontanare l'idea di ogni espressione personale e
denigratoria per conservare intatta la probabile rilevanza politica.
Buona
giornata a tutti e sempre grazie al più grande faro giornalistico che io abbia
finora conosciuto: Domenico Rosiello.
Fabrizio Ciccarelli