In mostra al Mann circa 50 reperti archeologici scoperti a Calvizzano: ora bisogna adoperarsi per riportarli nel territorio di appartenenza. Ma chi lo farà?
Ieri, sabato 25 aprile, abbiamo pubblicato una notizia, a nostro avviso di capitale importanza per il nostro territorio: circa 50 reperti archeologici appartenenti per la maggior parte a una necropoli scoperta a Calvizzano nel 1922 nella frazione periferica di San Pietro, dall'11 aprile scorso sono esposti al terzo piano del Museo Archeologico Nazionale di Napoli nelle nuove sale appositamente riallestite per accogliere il pubblico in un percorso di memoria collettiva, dove rimarranno fino all'11 settembre 2025. In totale 600 reperti, oggetto di sequestro giudiziario finalmente ritornati "a casa" e ora in mostra per la prima volta al pubblico per raccontare storie di misfatti e crimini, ma anche il lieto fine costruito con pazienza e dedizione dalle forze dell'ordine. Tra questi resti ci sono anche quelli ritrovati a Calvizzano nel 1990, quando fu ispezionata l’abitazione dove viveva la perpetua del professore don Raffaele Galiero, primo storiografo locale ( dopo il notaio Marco Antonio Syrleto) ed esperto di archeologia. Forse in pochi si sono resi conto della valenza storico-culturale della notizia che, in certo qual modo, anticipammo poco più di un anno fa, quando pubblicammo il video (sotto riportato), inviatoci dall’archeologo e giornalista storico Davide Fabris, che seguì un interessante convegno intitolato “Incontri di archeologia” durante il quale vennero mostrati anche i reperti recuperati a Calvizzano e, contestualmente, fu raccontata la storia della perpetua.
Il filmato
Ma nei
depositi della Soprintendenza sono custoditi tanti altri reperti del passato e
del presente: materiale estratto poco più di un anno fa dalla Tomba a camera del III secolo a.C. di via San Pietro e dalla villa rustica romana di
epoca imperiale situata nei pressi di via Lavinaio. Ora bisogna adoperarsi per
riportarli nel nostro territorio, cose che ripetiamo in continuazione, senza
essere ascoltati. Tali
reperti potrebbero essere esposti presso il Palazzo Municipale, come ha fatto
Villaricca (quelli rinvenuti sul territorio sono in vista presso il palazzo
Baronale), nelle more che venga realizzato il Museo della Rivoluzione
Partenopea (previsto nei programmi della Lista Legalità Possibile con Oscar
Pisani sindaco e Calvizzano Riparte con Pirozzi sindaco) nel quale verrebbero
allestiti tutti i reperti storici rinvenuti sul territorio. Ma chi lo farà visto che l'attuale amministrazione si è dimostrata "sorda" ai nostri continui appelli, mentre continuerebbe a concentrarsi sulla realizzazione di altre panchine letterarie e altri murales, ritenendoli ottimi attrattori turistici? Da escludere che venga fatto in questo ultimo anno di consiliatura: saremmo ben felici di essere smentiti. Allora? Non ci resta che aspettare le prossime amministrative del 2026 e
sperare che chi andrà a governare il paese punti a far ritornare a Calvizzano i
reperti custoditi nei depositi della Soprintendenza e appronti un programma di
iniziative di valorizzazione del patrimonio archeologico del nostro territorio.