Gennaro GB Ricciardiello di Agorà Calvizzano, “una mattina mi son svegliato” e ho sentito il bisogno di parlare del logorroico-permaloso-egocentrico Rosiello di calvizzanoweb: “ha tanti difetti ma nel nostro contesto è una manna dal cielo”. Quanti ancora la pensano come lui?

                                                      


Mi urge il bisogno di un elogio per un personaggio “particolare” : il sig. Domenico RosielloUn elogio lontano dall’incensamento, Mimmo ha tanti difetti: è permaloso, logorroico, egocentrico, a volte eccessivamente istrionico, non sufficientemente riflessivo, molti lo reputano vendicativo e forse a volte ci azzeccano. Ma per valutare se una persona  è degna di elogio, è necessario il saldo tra pregi e difetti e paradossalmente tutte le “tare” di Mimmo emergono proprio per il pregio più grande: la sua iper attività o meglio iper attivismo. Chi invece sta fermo è come l’acqua stagnante: il suo immobilismo copre bene la “puzza” che si diffonde al minimo scossone, ed è quello che accade ad alcuni dei suoi tanti detrattori appena si cimentano nel tentativo di muovergli delle critiche. E’ in quel preciso momento che scatta, naturale quanto inesorabile il paragone e succede che proprio chi crede di sminuire Rosiello, ne fa emergere il reale valore.

Ma quali sono i meriti oggettivi di Domenico Rosiello? In primis, sicuramente la capacità di aver creato un embrione di polo culturale/intellettuale in una comunità (quella calvizzanese) da sempre abulica e insensibile su questi temi, prova ne sia che nessuno…. E dico nessun evento, iniziativa o personaggio in tal senso, sia estraneo/a al coinvolgimento di Mimmo. Sia ancora una volta ben chiaro che questo non vuol essere un auto incensarsi e lungi dal voler affermare che a Calvizzano la cultura non esista… anzi! Di personaggi meravigliosi ce ne sono eccome, ma se oggi li conosciamo è proprio grazie all’opera di ricerca, divulgazione, promozione e assembramento dello stesso.
Altro dato positivamente oggettivo, credo il più importante e che sotterra tutti i difetti, è la sua onestà intellettuale che gli permette, tra l’altro, di essere stato, finora, l’unica vera voce critica nei confronti del palazzo inteso come potere esecutivo locale. Lo ha fatto sempre con cognizione di causa, competenza e documentazione. Una manna dal cielo nel nostro contesto, i calvizzanesi non hanno mai brillato in coscienza critica preferendo il quieto vivere (nell’accezione apatica del termine) o talvolta il battimano accondiscendente.
Ulteriore  aspetto interessante tra le attività di Rosiello, è la sua passione per le storie ed i personaggi locali, opera che stimola risultati eclatanti nella comunità che riesce a riconoscersi in un passato comune ritrovando radici che nemmeno sapeva di avere o per lo meno meravigliandosi nel riscoprirle. Il risultato è l’apologia de “La storia siamo noi”, concetto cantato dal poeta e ripreso tante volte per esprimere l’importanza della conoscenza di se stessi attraverso ciò che siamo stati. E’ emblematico come tutto questo sia scaturito da un calvizzanese di adozione e non di discendenza, forse a significare che può essere più interessante conoscere l’ambiente circostante a chi non è assuefatto dalla scontatezza… o forse un provvidenziale campanello d’allarme che faccia riconoscere quella scontatezza per quello che pericolosamente può diventare: apatia e indifferenza.
Possiamo concludere con quello che potrebbe sembrare il peggior “difetto” di Rosiello, almeno da quanto traspare dai suoi maggiori detrattori, cioè la sua presunta partigianeria… ma è davvero un difetto? Dipende per che cosa o per chi e soprattutto perché si parteggia. Per capire se il partito preso sia strumentale o giusta causa, basta chiedersi se l’interesse sia privato o comune… e su questo credo che nessuno possa nutrire dubbi in riferimento alla persona in questione. Assodato questo possiamo terminare elevando il personaggio alla degna partigianeria come la pensava qualcuno che se ne intendeva, con dedica (ovviamente) a Domenico Rosiello.

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. A. Gramsci  11 febbraio 1917.

Gennaro Gb Ricciardiello

Caro Gennaro, comunque grazie…

Caro Gennaro, teniv chestu poco ‘ncuorp? Eppure ci conosciamo da diversi anni, ma non me le avevi mai dette queste cose. Rispetto il tuo autorevole pensiero: alla mia età è difficile eliminare i difetti che mi contraddistinguono da una vita  ma ti prometto che mi impegnerò a limarne qualcuno. “Non è mai troppo tardi” diceva la buonanima del prof. Alberto Manzi. Sì, sono schierato: lo ripeto in ogni mio editoriale di fine anno che quella di calvizzanoweb è un’informazione partigiana, mirata all’interesse comune, solo ed esclusivamente al servizio della città. Sono stato di parte anche in quest’ultima tornata elettorale: sarebbe stato troppo facile schierarsi con il potenziale vincitore Pirozzi, per aspirare a un posto nel suo staff come addetto stampa, ma non era il mio luogo ideale per i motivi più volti elencati nel blog. Concludo con un episodio inedito del quale è unico testimone il mio amico e compare di matrimonio, il democristiano Ugo Lo Parco, ex assessore al Personale al Comune di Napoli inizi anni ’90. Nel 2012, durante il breve periodo di commissariamento a Calvizzano, sopravvenuto per la fine anticipata dell’ex amministrazione Granata, incontrai a Rivisondoli, durante il concerto dei Camaleonti, l’ex sindaco Giuseppe Salatiello (deceduto a luglio 2017) il quale, certo della sua vittoria alle amministrative del 2013 (e così fu, perché era un ottimo politico) mi propose di far parte della sua squadra, così sarei entrato nel suo staff come addetto stampa del Comune. Declinai l’invito e ringraziai, perché volevo continuare a fare un’informazione libera, senza padrini e senza padroni, scevra da ogni forma di condizionamento e  improntata sempre all’approfondimento delle notizie al servizio dei cittadini. Mai vendicativo.

Mi.Ro.         

 

Visualizzazioni della settimana