Nomine Consiglio Europeo: partita ancora aperta?

 

Le nomine uscite dal Consiglio Europeo, l'organismo composto dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri dell'UE, restituiscono l'immagine della premier Meloni in un cul de sac. L'intesa raggiunta tra il PPE, gruppo in cui siede Forza Italia, i Socialisti e Democratici, gruppo a cui appartiene il PD, e i liberali di RENEW, gruppo guidato dal premier francese Macron, taglia fuori nettamente dalle posizioni di rilievo la premier italiana Giorgia Meloni, appartenente al gruppo ECR. La conferma di Ursula von der Leyen (PPE) alla Commissione Europea, la nomina del portoghese Antonio Costa (S&D) alla guida del Consiglio Europeo e la scelta di Kaja Kallas (RENEW) come Alto rappresentante Ue lasciano con il cerino in mano Giorgia, che, al pari di Matteo Salvini cinque anni or sono (in seguito all'exploit delle europee del 2019), rischia di restare tagliata fuori dalla plancia di comando dell'Unione Europea. L'ultima chance per la premier italiana di rientrare nei giochi è affidata ai franchi tiratori del Parlamento Europeo: pur godendo di una solida maggioranza, Ursula von der Leyen potrebbe rischiare, a causa della scarsa compattezza dei gruppi a suo sostegno nel Parlamento Europeo, di non raggiungere i voti necessari per confermare il suo bis alla guida della Commissione Europea. Questa ipotesi metterebbe di nuovo in discussione le nomine, e darebbe l'opportunità alla Meloni di avanzare delle pretese in cambio del sostegno del gruppo ECR o solamente della truppa parlamentare di FDI. Questo scenario, però, sembra compromesso dalla disponibilità di alcuni appartenenti al gruppo ECR di dare un appoggio esterno alla von der Leyen. La resa dei conti è in programma il 18 luglio nel Parlamento Europeo; solo allora si saprà se la strategia della Meloni l'avrà condannata all'irrilevanza o se le permetterà di spostare la maggioranza europea a destra.

Giuseppe Cerullo

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