Curiosando nei vecchi documenti di Marano: un contratto di fitto con “munaciello” incluso

 


Le storie che lo storico Giuseppe Barleri, buonanima, inviava al periodico “L’attesa”

Il contratto di fitto sottoscritto il 28 aprile 1744 da Giovanni Candia (nato a Napoli, ma da tempo residente a Marano) con i fratelli Domenico, Giuseppe e Carmine Di Lanno, proprietari di due bassi che si trovavano sulla strada che oggi si chiama via Parrocchia, non ammetteva dubbi: per i successivi 8 anni, a partire dal 4 maggio, avrebbe dovuto versare 4 ducati all’anno di fitto. In cambio, il Candia e la sua famiglia avrebbero potuto usufruire, oltre ai due vani fittati, della cisterna, del forno, del lavatoio e di altre comodità, compreso…”il protettore della casa, ovvero munaciello che  si compiace, di quando in quando, farsi riconoscere nella poca luce, zompettando sul letto”. Non sappiamo se al “munaciello” i fittuari e il conduttore dei bassi credessero davvero, o se fosse l’abile trovata dell’amante della moglie del Candia che, facendosi passare per spiritello buono, aveva via libera direttamente alla camera da letto, magari anticipando di due secoli la trama di “Questi fantasmi”  di Eduardo De Filippo. Una cosa è certa: da questo contratto, stipulato davanti al notaio Michele Imparato, ricaviamo due cose. La prima è che il mistero diventava, in passato, motivo di contrattazione. La seconda è la conferma che, fino a non molti anni fa, i traslochi venivano eseguiti il 4 maggio, cancellando la precedente e antichissima usanza di effettuarli a metà agosto. Per la verità, ci fu un po’ di confusione prima di stabilire la data del 4 maggio. Infatti, il 28 dicembre del 1587, il vicerè conte di Miranda aveva fissato i traslochi al primo maggio. Ma poi la chiesa insorse, adducendo che in quella data si festeggiavano gli apostoli Giacomo e Filippo, per cui sarebbe stato meglio spostare i traslochi al giorno successivo. E poiché sempre più spesso un giorno non bastava a trasportare le masserizie, si utilizzò anche il 3 maggio, facendo insorgere nuovamente la Chiesa che, in tale data, festeggiava l’invenzione della Croce. Cosicchè il 29 marzo 1611, il vicerè don Pedro Fernandez de Castro, conte di Lemos, spostò i traslochi al 4 maggio.      

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