“INTRUSI”

 Otello non era “negro” o “bastardo”... Otello era di troppo ...e dopo un po' ha tolto il disturbo


Qual è il crimine giusto per non passare da criminali? Recita De Andrè in una sua canzone. In tutto il mondo nefandezze vengono commesse senza interruzione alcuna; alla luce del giorno, davanti agli occhi di tutti; ma non ci sono condanne o biasimi perchè “cosi si fa” e “questi siamo”. Eppure tutta questa (auto)indulgenza si dilegua in un attimo e lascia posto all'intransigenza più spietata: è' ciò che è accaduto ad Otello e sua madre, “colpevoli” di rappresentare l'illegittimità ma che, in realtà, hanno scontato per tutta la vita gli errori di un altro, anzi: per tutta la vita gli hanno fatto scontare gli errori di un altro: quel “padre” fuggito via.  Questo gigantesco e tremendo “dettaglio” è sfuggito ai più che rivolgendosi ad Otello sentenziavano ogni volta: “bastardo”, che come sappiamo tutti sta per “figlio illegittimo.”  Quest'illegittimità è causa l'irresponsabilità del padre assente e a lui andrebbe imputata e invece... “ciò che maggiormente urta dell'ipocrisia è il suo paradosso” come ha scritto lo stesso Otello. In un mondo maschilista patriarcale e francamente becero non esseri “legittimati” dal proprio padre significa non venir mai veramente riconosciuti neanche dall'intera comunità: significa essere abusivi e quando anche il tuo colore è quello sbagliato non c'è scampo o redenzione. Otello non era “negro” o “bastardo”... Otello era di troppo ...e dopo un po' ha tolto il disturbo. Essere di troppo significa essere fuori posto essere un intruso, un forestiero; cioè nel senso: “tu non dovresti stare qua con noi”.
 La madre di Otello a sua volta è stata ritenuta “colpevole” di essersi innamorata di un soldato, di aver “dato asilo” ad un intruso/straniero: una traditrice quindi.
Otello ha scritto:“...ho vergogna di essere solo...ho paura di non riconoscermi...ho vergogna di aver paura quando un impulso di “essermi” mi sfida”: questo è l'inno di tutti quegli immigrati che rimangono clandestini a vita cioè intrusi a vita a causa della scarsa sensibilità della gente.

“Più caparbio di ogni volontà è un destino.” non è stato il destino caro Otello: è stata la gente.
 La stessa che spesso dimentica che siamo tutti”figli di una guerra” nati da amanti di vinti o vincitori. Siamo diventati bravi a celare la nostra vera natura dipingendoci sul viso il velo della cosiddetta ”normalità”.  Siamo diventati esperti a intrecciare parole affilanti come lame ,con preci e litanie che ci consentono di sopportare la pietra che non lanceremo mai perché  ci sentiamo puri ed innocenti sotto un velo di “scontato perbenismo”

Lia Ricciardiello, poetessa e scrittrice

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