Antica Chiesa San Giacomo Apostolo Calvizzano: la storica scoperta avvenne nel 1988 da parte dei ragazzi dell’Azione Cattolica locale
Le mura dell'antica chiesa rimaste in piedi fino alla metà degli anni '80 |
Dalle pagine
de “Il Mattino” del 29 aprile del 1988, Francesco Vastarella metteva in risalto
quanto sostenuto da don Giacomo Di Maria, sacerdote, nonché storico della città
di Calvizzano, in merito al rudere posto in Via San Giacomo. I resti, che
furono rinvenuti lungo l’attuale strada che oggi congiunge Calvizzano con
Mugnano, alle spalle del nuovo stadio di Marano, e che appena due anni fa la
sovrintendenza ai Beni Archeologici ha portato alla luce i diversi loculi
funerari, appartenevano alla prima Chiesa Madre di Calvizzano, le cui
fondamenta, però, custodivano la grande novità. Difatti, nel 1988, durante i
ritrovamenti avvenuti in seguito all’attività di ripulitura del sito da parte
dei ragazzi dell’Azione Cattolica della Parrocchia Santa Maria delle Grazie,
con la collaborazione del gruppo archeologico «Chianese» di Villaricca furono
rinvenute le murature in pietra di tufo, le quali presentavano la classica
costruzione in “opera reticolata (opus reticulatum) e ammorsature in opera
vittate, di cui alcune formanti il praefurnium delle terme”. E
ciò bastò per asserire che quanto ritrovato risaliva chiaramente a epoca
romana. Furono rinvenuti intonaci con pitture policrome e mosaici a tessere
bianche e nere. Nel lato nord del complesso vi era una cisterna anch’essa in
opera reticolata. Il sacerdote professor Rafafele Galiero, nel suo “Storia di
Calvizzano” del 1930, narrava quanto riportato nel manoscritto, stilato nel
1663, dal primo storico calvizzanese Marco Antonio Syrleto; il quale, testimone
oculare, asseriva che a pochi passi dalla chiesa di San Giacomo vi era la tomba
del Centurione Caio Nummio: questi apparteneva alla “terza coorte petronia e
decima urbana”, milizia istituita per la difesa dell’imperatore. Ciò era quanto
riportato dalle iscrizioni sulla lapide. Tale sepolcro, afferma il Syrleto, fu
eretto dai familiari del milite, e distrutto, dai tombaroli, nel 1623:
sostenendo, inoltre, che nelle vicinanze vi fosse un praedium, cioè
una villa. Quindi si deduce che la chiesa fu costruita sulle fondamenta
dell'antica villa del Centurione Caio Nummio, lungo la diramazione della antica
Via Consolare Campana, prima del 951 d.C. e fu dedicata all’Apostolo Giacomo.
Forse fu una delle chiese più antiche del territorio: senz’altro fu una delle
più importanti chiese della Diocesi napoletana e meta di pellegrini provenienti
da ogni parte di Napoli; nel giorno della festa e cioè il 25 luglio, i
Calvizzanesi in onore del loro santo protettore, durante le festività,
dispensavano a tutti i partecipanti del grano, da cui prese il nome l'usanza e
cioè: "Carità del Grano". Ed ecco come la descrisse il Cardinale
Ascanio Filomarino in seguito ad una sua visita pastorale tenuta nel 1646: “…si
accede alla chiesa salendo quattro scalini di legno che sono davanti all’unica
porta. La navata, compresa la tribuna, è lunga circa 24 metri, larga 7 e 9
di altezza. Il pavimento è di terra mentre il tetto di tegole, sostenute da
travi e architravi. A sinistra c’è il fonte battesimale. Due scalini precedono
la piccola tribuna, in mezzo alla quale è eretto l’altare che ha la mensa e la
predella di marmo…”. Dall’opera “Parrocchia di San Giacomo a Calvizzano”
dell’illustre Barleri, edita nel 2002, riportiamo uno stralcio del resoconto
della visita pastorale del Cardinale Ruffo Scilla, avvenuta nel 1819. “…questa
Parrocchiale Chiesa è antichissima, né si ha memoria della sua fondazione. Vi è
un solo altare di legno, ed una sepoltura in mezzo. Esiste una piccola campana,
ed una basso con cameretta, sopra, per comodo di un eremita, che custodiva
allora detta Chiesa, il tutto ad essa contigua. Ha per dote detta Parrocchia
moggia ventiquattro di territorio, cioè, so di esse contigue a detta Chiesa
Parrocchiale e le altre 14 in distretto ben anche di Calvizzano, nel
luogo detto di Corigliano…è in potere del Parroco calice con Patena, un bastone
con pomo d’argento posto nelle mani della statua del Santo Protettore, ed un
Ostensorio d’argento dov’è riposto la reliquia di S.Giacomo, con altri arredi
sacri… ”. Diversi sono i documenti in cui questa antichissima chiesa viene
menzionata e diverse sono state le visite pastorali effettuate da parte dei
Cardinali che si sono succeduti nell'arco dei secoli: 1542 Francesco Carafa;
1566 Mario Carafa; 1598 Alfonso Gesualdo; 1607 Ottavio Acquaviva; 1623 Decio
Carafa; 1639 Francesco Buoncompagno; 1646 Ascanio Filomarino; 1677 Innico
Caracciolo; 1698 Giacomo Cantelmo; 1714 Francesco Pignatelli; 1746 Giuseppe
Spinelli; 1819 Luigi Ruffo Scilla; 1835 Sisto Riario Sforza; 1850 Guglielmo
Sanfelice; 1884 Giuseppe Prisco; 1902 Filippo Giudice Caracciolo. Durante il
dominio francese di Gioacchino Murat (re di Napoli dal 1808 al 1815), truppe
napoleoniche trasformarono la chiesa di San Giacomo in un distaccamento
militare dove vennero seppelliti anche alcuni soldati caduti in battaglia. Gli
ultimi scavi effettuati nei dintorni del sito, nel corso del 2004, sono stati
di scarsa rilevanza, e il tutto è stato ricoperto a cura dell’organo
competente. Oggi di quella storica struttura non rimane più niente, forse solo
i pochi ricordi di qualcuno e le poche cose scritte.
Carmine Cecere (Mugnano Storia Blog)
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