Marano è stato il primo e unico Comune dell'hinterland ad avere un asilo nido e funzionava anche meglio di quelli privati: venne prima trasferito in altri locali e poi definitivamente cancellato

Il servizio era a costo zero per le casse del Comune, poiché era finanziato interamente con i soldi della legge regionale 328

                       

                                           

Incredibile ma vero: a Marano un servizio pubblico ha funzionato bene, e anche meglio del privato. Parliamo dell’asilo nido comunale, ubicato fino al 2010 a fianco agli ex locali del Centro per l’impiego e della biblioteca comunale di Poggio Vallesana. Non fummo noi de “L’attesa” (il periodico che ha informato Marano per 20 anni) a dirlo: parlavano chiaro sia i numerosi attestati ricevuti negli anni di funzionamento (tra cui il marchio di qualità PAN, che garantisce la qualità dei locali, dei servizi rivolti alla prima infanzia e del progetto educativo), sia i genitori che ebbero già avuto modo di affidare i loro pargoletti allo staff della cooperativa Dedalus che gestiva l’asilo, composto all’epoca da otto operatrici dell’infanzia più la coordinatrice del progetto Vittoria Iapoce. Ordine e pulizia la facevano da padroni negli ampi locali ricavati in uno spazio di 350 metri quadrati al coperto ma anche nello spazio scoperto di 250 metri quadri. Ricordiamo che l’asilo nido fu voluto dall’ex amministrazione Bertini: l’assessore che progettò e realizzò il servizio era Antonio Menna. L’amministrazione Perrotta confermò le attività, grazie anche all’abnegazione degli operatori dei Servizi sociali. Visto il successo, si pensò addirittura di raddoppiarlo, utilizzando i beni di via San Rocco (nelle vicinanze di piazzale Carlo Alberto Dalla Chiesa) confiscati alla camorra con la legge Rognoni La Torre. Ricordiamo ancora che il servizio era a costo zero per le casse del Comune, poiché era finanziato interamente con i soldi della legge regionale 328 del 2000. Le famiglie dei bambini concorrevano alla copertura delle spese per il funzionamento del servizio, con il pagamento di una quota di contribuzione mensile, differenziata per fascia di reddito ISEE.
   

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