Identità e vocazione (economica) da dare a Calvizzano, rinnoviamo la nostra proposta socio-culturale: il sindaco convochi una tavola rotonda per parlare di valorizzazione dell’area dell’antica chiesa San Giacomo, un sito archeologico tra i più interessanti dell’hinterland giuglianese

                                             

Amministrazione, tecnici comunali, parroco don Ciro, in rappresentanza della Curia arcivescovile,  custode dell’appezzamento di terreno dove sono ubicati i resti della vecchia chiesa, discutano quanto prima  su come impostare un progetto di valorizzazione dell’area: è fondamentale recuperare la dimensione identitaria locale e incardinarla nell’ambito della globalizzazione

Occorre una sinergia Comune-Parrocchia per valorizzare l’area archeologica antica chiesa San Giacomo e farla assurgere ad attrattore turistico, da qui la nostra rinnovata proposta di convocazione di una tavola rotonda che metta insieme i vari soggetti istituzionali.

La storia nella storia

C’è di tutto nell’area archeologica di via San Giacomo al confine con Marano e Mugnano. Strutture d’età romana, inerenti a una villa rustica del I° secolo d.C., sulle cui fondamenta venne costruita l’antica chiesa protocristiana di San Giacomo (Ecclesia Sancti Iacobi). Non a caso, la Soprintendenza ai Beni Archeologici, durante la campagna di scavi degli anni ’80, definì questo sito tra i più interessanti dell’hinterland giuglianese. Lo capì bene anche l’ex sindaco Salatiello, tant’è che uno  degli obiettivi strategici della proposta di piano urbanistico della sua amministrazione prevedeva il “Campo Archeologico”, con contestuale campagna di scavo, nella frazione San Giacomo, dove sono ubicati i resti della vecchia Chiesa. “Un’area – è scritto - che potrebbe accogliere un laboratorio scuola, finalizzato sia a supportare le attività di scavo sia ad accogliere visitatori e/o scolaresche. In relazione all’importanza dell’area (da definire con la competente Soprintendenza) e quindi del materiale di scavo, si potrà optare se realizzare una struttura amovibile o un vero e proprio “Antiquarium”.

Ci sembra una buona idea da cui partire, la giriamo a quelli che dovrebbero essere gli attori principali di questo progetto di valorizzazione dell’area archeologica: Amministrazione e Parrocchia che già in diverse occasioni hanno dimostrato di saper collaborare per il bene della comunità. Ovviamente vanno investiti la Soprintendenza ai Beni Archeologici e gli Enti sovraordinati.

 

 

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