Calvizzano, grazie alle battaglie di calvizzanoweb il 6 marzo 2017 terminò l’incubo forno crematorio: parlano i fatti, basta rileggere i nostri articoli e le nostre inchieste di quel periodo

Se fosse andato in porto il progetto, Calvizzano sarebbe diventato il paese del forno crematorio altro che ombrelli, panchine, murales e spazio dedicato al Calcio Napoli nella mini villetta don Peppino Cerullo di via Sandro Pertini

                                                       

L’iter per la realizzazione del cimitero con annesso impianto di cremazione cominciò il 28 novembre 2016, quando la giunta  prese atto dell’avventa presentazione della proposta di finanza di progetto del 20 luglio 2016 ad opera della società Edile Vispin srl di viale Colli Aminei (Napoli) associata alla società Ingegneria e Sviluppo con sede a San Vitaliano, in via Nazionale delle PuglieNel contempo venne deliberato anche l’atto di indirizzo, rivolto al capo dell’ufficio tecnico, Lorenzo Tammaro, affinché esaminasse la fattibilità tecnica, giuridica ed economica della proposta e, nel giro di 30 giorni, consegnasse alla giunta apposita relazione illustrativa, con eventuali modifiche da apportare. Se tutto fosse filato liscio, l’approvazione in giunta del progetto di fattibilità, eventualmente modificato, sarebbe dovuta avvenire nel giro di 3-4 mesi.

Abbiamo posto le basi – affermò l’ex sindaco Salatiello (deceduto a luglio 2017) – per avere un nostro cimitero, visto che da sempre siamo consorziati con Mugnano. Inoltre, la città ricaverebbe enormi vantaggi, poiché con i soldi provenienti sia dal canone di concessione che da una percentuale dei proventi della cremazione, verrebbero realizzate nuove opere pubbliche”.

Fummo i primi a divulgare la notizia (vedi articolo del 30 novembre 2016 su calvizzanoweb). La nostra posizione, invece, è sempre stata chiara e unica fin dall’avvio della procedura: sì al cimitero, no al forno crematorio. Per un motivo ben preciso: un territorio di piccole dimensioni come quello di Calvizzano non poteva permettersi altri effetti negativi, anche di basso impatto ambientale. L’impianto poteva essere il più ultramoderno possibile e a lievi emissioni, il problema è che andava a collocarsi in un’area dove nel giro di circa 2 chilometri quadrati irradiano ben 8 ripetitori di telefonia mobile ed è operativo un impianto di stoccaggio di rifiuti pericolosi e non. E non considerammo le problematiche legate alla viabilità e agli impatti psicologici. Quelli che riuscimmo a interpellare (Antonio Ferrillo, Antonio Mauriello, Antonio Di Marino, Vincenzo Trinchillo, Giuseppe Santopaolo, quest’ultimi tre componenti anche della commissione ambientale) ci riferirono di essere favorevoli al cimitero ma contrari al forno crematorio. Ci chiedemmo  come mai  non si fossero opposti il 28 novembre 2016, quando  la giunta prese atto dell’avventa presentazione della proposta di finanza di progetto  ad opera della società Edile Vispin? E la minoranza della quale sulla carta faceva parte anche il sindaco Pirozzi (nel contempo era anche componente della Commissione Tutela Ambientale)  perché non si attivò fin da subito per una petizione popolare? Perché i componenti dell’opposizione non chiesero la convocazione di un consiglio comunale per discutere sull’argomento cimitero con annesso forno crematorio?   

Solo Dora Vallefuoco, responsabile calvizzanese del Comitato “Stop Antenne” e componente della Commissione tutela ambientale, in qualità di cittadina, avviò un sentito e proficuo dibattito sul gruppo social “Sei di Calvizzano se… ”

Sono pronta  - scrisse Vallefuoco sulla pagina del gruppo – ad aprire un’altra battaglia, come ho fatto per le antenne, anzi, forse anche peggio: voglio lottare per il mio bene e per quello della mia famiglia”.

Contro il forno crematorio, i primi a protestare, seppur con un comunicato stampa, furono i componenti del Movimento politico “Napoli Nord” di Mario Molino, consigliere  comunale a Villaricca.

Ma il 6 marzo 2017 fu l'ex sindaco Salatiello a porre la parola fine su tale questione. In un’intervista rilasciata all’emittente televisiva Teleclubitalia dichiarò che  l’impianto di cremazione non si sarebbe mai realizzato perché lui era contrario.


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