Poesia di una notte di mezza estate: “Reporter”, in ricordo di Ilaria Alpi

 

Con questo post cercherò, nei limiti del possibile, di pubblicare per queste notti d'estate 2023, alcune delle mie poesie scritte negli anni, anche qualcuna nata di recente. Tenterò di farlo ogni giorno, affinché possa conciliare il sonno o metterlo in subbuglio. Per il post ho preso in prestito il titolo dell'ormai conosciutissima commedia di Shakespeare, perché mi sembra alquanto appropriato per l'occasione.

In ricordo di ILARIA ALPI

“Ilaria nel vento”: testo e musica di Carmine Cecere, fondatore del Blog Mugnano Storia 


Nel 1994 avevo 32 anni e già da anni strimpellavo la mia Eko comprata in Via San Sebastiano a Napoli come tutti quelli come me che negli anni settanta gli prendeva la mania di emulare i vari Bennato e i vari De Gregori. Ma la mia passione vera era quella di scrivere, e senza ancora conoscere a fondo lo strumento iniziai a comporre musica per ciò che scrivevo. I primi testi furono di natura religiosa poiché frequentavo un gruppo extra parrocchiale. E da lì nacquero le mie composizioni, poi nell'82 con la scomparsa di Emanuela Orlandi composi musica e testi di questa disgraziata vicenda e con il gruppo andavamo in giro a farci ascoltare. Nel 1994, appunto, dal mio divano che affaccia sul mondo appresi della tragica fine della giornalista Ilaria Alpi. La donna fu massacrata col suo cineoperatore Hrovatin in circostanze mai chiarite a Mogadiscio, città nella quale stava svolgendo un'inchiesta alquanto complessa. "
Aveva scoperto il traffico di armi, ma anche rifiuti tossici o radioattivi, che provenivano dall'Italia e venivano seppelliti in un'area desertica nel Nord della Somalia. Ilaria Alpi ha toccato il segreto più gelosamente custodito in Somalia, lo scarico di rifiuti pagato con soldi e armi...". Io ho sempre apprezzato il lavoro del giornalista, da ragazzo aspiravo a diventarci. Pertanto, la notte seguente iniziarono a volteggiare nel mio cervello dei versi, i quali poi furono quelli con cui onorai la memoria della nostra connazionale e del suo amico cineoperatore. Un po' di tempo dopo realizzai la versione canzone, registrando la base, ma non la ultimai per problemi di produzione. La versione che ho inserito giù in basso è un provino fatto da me con il mio PC.

Reporter  (di Carmine Cecere,1994)

I bambini di Mogadiscio 

fanno la guerra lanciando pietre, 

E tra povere baracche

Il pianto di una madre.

Poche briciole d'umanità

tutto il resto è un punto interrogativo,

Io non dormo queste sere

Pensando a chi non è più vivo.

Come è difficile capire

Quando non ci tocca da vicino,

Come è difficile capire

Perché si ammazza la verità.

Cade a pezzi questa realtà

Fatta di sangue, sabbia e polvere,

i carri armati lenti avanzano

Sulla mia pelle e sopra il mio cuore.

E tu dietro ad un microfono,

In mezzo alle notizie

Stai con quelli che ora soffrono,

Il mondo è dei pazzi.

Ilaria

sola nel vento,

Tutta la tua vita

Persa in un momento.

Ilaria

Coraggio e cuore,

Notti d'inchiostro

E giorni sotto il sole.

E il mondo è un confine

Nella mente degli uomini,

Tener stretto il potere

E buttar via i valori.

Poche briciole d'umanità

tutto il resto è un punto interrogativo,

Alle domande false risposte,

Piccole grida di voci nascoste.

E come è difficile capire

Quando non ci tocca da vicino,

Come è difficile capire

I giochi strani di questo mondo.

(Dedicata a Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio nel 1994 insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin. Scritta nel maggio del 1994. Foto sopra tratta da Internet e anche le foto inserite nel video)

 

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