Poesia di una notte di mezza estate: “solitude”

 


Con questo post cercherò, nei limiti del possibile, di pubblicare per queste notti d'estate 2023, alcune delle mie poesie scritte negli anni, anche qualcuna nata di recente. Tenterò di farlo ogni giorno, affinché possa conciliare il sonno o metterlo in subbuglio. Per il post ho preso in prestito il titolo dell'ormai conosciutissima commedia di Shakespeare, perché mi sembra alquanto appropriato per l'occasione.

Ai vecchi

Di anziani seduti in tutta solitudine sulle panchine della mia città ne vedo tanti. Girano il capo a destra e a manca come se cercassero qualcosa, qualcuno, ma non credo che quel qualcuno stia cercando loro. Le donne con le buste della spesa gli passano davanti e loro le osservano e io osservo loro e mi chiedo cosa pensano in quel momento. Magari alla moglie andata via per sempre, ai figli lontani per lavoro, agli amici cari partiti per l'aldilà prima di lui. A quando giovani, insieme, chissà quante marachelle hanno combinato. Qualcuno fuma distratto dai pensieri, sembra che ti guardi, ma gli occhi sono da un'altra parte, la mente è altrove. C'è chi si guarda le mani, come se facesse la conta delle rughe, poi si dà un occhio ai flaccidi bicipiti e magari ricorda quando diciottenne con quegli stessi bicipiti avrebbe spostato il mondo e con le gambe forti e toniche fatto la maratona di New York. Purtroppo ora è lì su quella panca di cemento precompresso a muovere la testa di qua e di là, cercando chissà cosa, mentre qualche foglia secca si accuccia innanzi le sue scarpe.

 Solitude (di Carmine Cecere, 2023) 

Un pallido sole

Negli occhi di un uomo

Che fuma pensieri

Seduto da solo.

E guarda le foglie

Che gli cadono accanto,

Le cose del mondo,

Le storie che vanno.

(Nella foto sopra: mio padre)

 Di Carmine Cecere, fondatore del Blog Mugnano Storia

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