Riceviamo e pubblichiamo
In democrazia chi vince deve governare, chi perde fare
opposizione. Nella specificità del Comune di Marano con le sue tematiche
problematiche di svariate natura da risolvere, amministrare è difficile, ma
fare opposizione costruttiva, non è da meno! Il mio ultimo articolo,
"Giunta di Salute Pubblica?", con i suggerimenti addotti, sia alla
maggioranza che all'opposizione, consistenti soprattutto in una proposta di
apertura, ha riscontrato nei lettori molto interesse con il seguito di
telefonate che condividevano il fine. Mi ero proposto di esimermi dal fomentare
polemiche che in modo diverso e variegato registriamo, tutti i giorni, sui i
giornali locali non ultimo l'articolo di Michele Izzo " anche la Chiesa al
ballottaggio ha sostenuto Morra". Fare critiche a posteriori, in
particolare all'associazionismo cattolico, senza prima predisporre una lucida e
corretta autocritica sulla conduzione delle scelte adottate al ballottaggio è
il prodotto di una visione individualista se non miope della politica. Da chi
si prefiggeva di essere fautore esclusivo di una "nuova primavera",
interprete illusorio della Società Civile, il concreto percorso attuativo
sarebbe dovuto essere, prima vincere le elezioni, senza indugi, diventare
Sindaco e poi, attuare il programma, nelle sue specificità, già elaborato, con
soggetti professionalmente idonei a realizzarlo, per cui la sconfitta è tutta
da addebitare al consigliere Izzo, mentre la delusione per l'ipotesi di
realizzare un cambiamento è dei tanti che credono in un progetto riformista con
il contributo fattivo dell'associazionismo sia esso cattolico progressista,
consolidato sul territorio che laico da potenziare. La non attualizzazione di
una siffatta idea di progetto induce a pensare che il promotore aveva maturato
la sua strategia sul nulla, da convinto "soggetto aggregante" senza
idee, frutto di una elucubrazione priva di fondamenta oppure, soggetto ad
eventi probabili da non escludere, a pressioni esterne che l'avrebbero fatto
rinunciare al progetto iniziale, a suo dire, alla realizzazione di una vera
primavera maranese che tanto avrebbe bisogno la città di Marano. Quindi, se coerenza
debba esserci, alla sconfitta maturata, non serve un'opposizione acritica con
denunce a destra e a manco, non mirate, ma rivolgersi agli Organi Competenti
nel caso abbia riscontrato delle illegalità oppure pressioni per voto di
scambio. La soluzione migliore, sarebbe dimettersi da consigliere comunale,
rimasto solo, onde evitare di ricevere ulteriori lezioni da altrettanti
consiglieri che motivano il loro dissenso o il mancato voto al ballottaggio
nell'addebitargli una totale incompetenza; da probabile Sindaco, sia a formare
una Giunta idonea che avere rapporti necessari ed utili con le Istituzioni
Superiori. Per come si e' articolato la competizione elettorale nella prima
istanza, con la parcellizzazione di otto candidati a Sindaco, in diversi casi,
con raggruppamenti eterogenei e privi di una visione d'insieme, per cui la
mancata presentazione di programmi articolati e credibili e la squadra che
l'avrebbe attuato, da parte dei candidati, è la palese dimostrazione che questa
prassi diffusa è stata il viatico più idoneo ad eleggere un'Amministrazione, di
parte, con possibili vincoli ostativi che si potevano superare con una di
Salute Pubblica che il luogo, le circostanze ed il momento richiede. L'assenza
al voto della maggioranza dei cittadini, in particolare al secondo turno, è la
dimostrazione di una sfiducia diffusa. La volontà di un cambiamento reale nel
modo di amministrare la cosa pubblica basato sulla necessità di trasformare
Marano da città dormitorio a città vivibile con tutte le caratteristiche
richieste non è stata motivata sufficientemente, non è stata resa credibile e
quindi non è stata recepita. Una reale politica di cambiamento significa anche
aumentare il valore degli immobili, oggi decurtato, del suo valore originale,
immobili acquistati con il sacrificio dei risparmi dei cittadini nonché la
possibilità di rendere i cittadini sempre più protagonisti di scelte che vanno
nella direzione dei bisogni della gente. Questo era ed è l'invito rivolto al
Sindaco di allargare la maggioranza a forze che si richiamano al Riformismo e
rendere il Partito Democratico aperto e di supporto propulsivo al lavoro dell'
Amministrazione ed artefice di un'alleanza di larga intesa, nessuno escluso,
per poter ritornare a governare il Paese e all’ opposizione di rendersi
costruttiva per il raggiungimento del medesimo fine, la crescita potenziale
politica collettiva ed il benessere della Città. Se ciò non dovesse attuarsi,
significa, ancora una volta, che il velleitarismo è prevalso sul lavoro di
gruppo e la partecipazione dei cittadini da considerarli il migliore garante e
controllore delle scelte da attuare, non è stato considerato come fattore
primario; mentre continuare su quel oscurantismo politico che si concretizza
sempre di più con manifesti affissi da ignoti sulle mura della città. È la
dimostrazione che si vuole continuare su una Politica dove il degrado
amministrativo aumenta. Ultimo il manifesto: " Giaccio in politica da 30
anni per difendere i tuoi interessi" come se praticare la politica attiva
è un demerito e non un merito ispirato agli interessi sociali e, quindi, merita
tutta la nostra solidarietà, mentre un disprezzo è dovuto verso coloro che si
sono resi promotori di tale vergognoso atto. Qualsiasi iniziativa, anche
singola, avrebbe un senso, se fosse sostenuta da una massiccia partecipazione
dei cittadini, mentre si è dimostrata pura velleità personale quando è priva di
un supporto di idee, se fosse scaturita da un lavoro di gruppo, per le
condizioni in cui versa la città e l'intero comprensorio giulianese necessita
comunque del contributo di tutte le forze in campo. Nella divisione, quanto al
voto cattolico, della Chiesa locale, come da Izzo denunciato, è stato dirottato
su Morra Sindaco, quest'ultimo, per i suoi studi giovanili, espressione di una cultura
catto-comunista, è il risultato di una corretta valutazione del meno peggio.
Medesima valutazione l'ha motivato la consigliere Teresa Giaccio nel primo
consiglio comunale nel non votare Izzo al ballottaggio per limiti riscontrati
come la consigliere Schiattarella, candidata Sindaco, espressione del
centro-destra nonché del consigliere Baiano anch'egli candidato sindaco,
espressione del sociale. Dulcis in fundo, la posizione dei due consiglieri,
Santoro e Di Stefano legati politicamente all'on. Michele Schiano, responsabile
provinciale del Fratelli d'Italia, eletti nel raggruppamento di Izzo candidato
a Sindaco, i quali hanno preso le distanze per la composizione di un unico
gruppo di opposizione. Quindi una considerazione è d'obbligo, se tutto il bailamme
è ricoprire il ruolo di singolo consigliere di opposizione è un ruolo già
ricoperto in precedenza, nell'ultima Giunta Bertini che lasciamo ai cittadini
esprimere un giudizio sui risultati allora ottenuti.
Franco De Magistris