Marano, Franco De Magistris: “nella divisione il meno peggio”

 


Riceviamo e pubblichiamo

In democrazia chi vince deve governare, chi perde fare opposizione. Nella specificità del Comune di Marano con le sue tematiche problematiche di svariate natura da risolvere, amministrare è difficile, ma fare opposizione costruttiva, non è da meno! Il mio ultimo articolo, "Giunta di Salute Pubblica?", con i suggerimenti addotti, sia alla maggioranza che all'opposizione, consistenti soprattutto in una proposta di apertura, ha riscontrato nei lettori molto interesse con il seguito di telefonate che condividevano il fine. Mi ero proposto di esimermi dal fomentare polemiche che in modo diverso e variegato registriamo, tutti i giorni, sui i giornali locali non ultimo l'articolo di Michele Izzo " anche la Chiesa al ballottaggio ha sostenuto Morra". Fare critiche a posteriori, in particolare all'associazionismo cattolico, senza prima predisporre una lucida e corretta autocritica sulla conduzione delle scelte adottate al ballottaggio è il prodotto di una visione individualista se non miope della politica. Da chi si prefiggeva di essere fautore esclusivo di una "nuova primavera", interprete illusorio della Società Civile, il concreto percorso attuativo sarebbe dovuto essere, prima vincere le elezioni, senza indugi, diventare Sindaco e poi, attuare il programma, nelle sue specificità, già elaborato, con soggetti professionalmente idonei a realizzarlo, per cui la sconfitta è tutta da addebitare al consigliere Izzo, mentre la delusione per l'ipotesi di realizzare un cambiamento è dei tanti che credono in un progetto riformista con il contributo fattivo dell'associazionismo sia esso cattolico progressista, consolidato sul territorio che laico da potenziare. La non attualizzazione di una siffatta idea di progetto induce a pensare che il promotore aveva maturato la sua strategia sul nulla, da convinto "soggetto aggregante" senza idee, frutto di una elucubrazione priva di fondamenta oppure, soggetto ad eventi probabili da non escludere, a pressioni esterne che l'avrebbero fatto rinunciare al progetto iniziale, a suo dire, alla realizzazione di una vera primavera maranese che tanto avrebbe bisogno la città di Marano. Quindi, se coerenza debba esserci, alla sconfitta maturata, non serve un'opposizione acritica con denunce a destra e a manco, non mirate, ma rivolgersi agli Organi Competenti nel caso abbia riscontrato delle illegalità oppure pressioni per voto di scambio. La soluzione migliore, sarebbe dimettersi da consigliere comunale, rimasto solo, onde evitare di ricevere ulteriori lezioni da altrettanti consiglieri che motivano il loro dissenso o il mancato voto al ballottaggio nell'addebitargli una totale incompetenza; da probabile Sindaco, sia a formare una Giunta idonea che avere rapporti necessari ed utili con le Istituzioni Superiori. Per come si e' articolato la competizione elettorale nella prima istanza, con la parcellizzazione di otto candidati a Sindaco, in diversi casi, con raggruppamenti eterogenei e privi di una visione d'insieme, per cui la mancata presentazione di programmi articolati e credibili e la squadra che l'avrebbe attuato, da parte dei candidati, è la palese dimostrazione che questa prassi diffusa è stata il viatico più idoneo ad eleggere un'Amministrazione, di parte, con possibili vincoli ostativi che si potevano superare con una di Salute Pubblica che il luogo, le circostanze ed il momento richiede. L'assenza al voto della maggioranza dei cittadini, in particolare al secondo turno, è la dimostrazione di una sfiducia diffusa. La volontà di un cambiamento reale nel modo di amministrare la cosa pubblica basato sulla necessità di trasformare Marano da città dormitorio a città vivibile con tutte le caratteristiche richieste non è stata motivata sufficientemente, non è stata resa credibile e quindi non è stata recepita. Una reale politica di cambiamento significa anche aumentare il valore degli immobili, oggi decurtato, del suo valore originale, immobili acquistati con il sacrificio dei risparmi dei cittadini nonché la possibilità di rendere i cittadini sempre più protagonisti di scelte che vanno nella direzione dei bisogni della gente. Questo era ed è l'invito rivolto al Sindaco di allargare la maggioranza a forze che si richiamano al Riformismo e rendere il Partito Democratico aperto e di supporto propulsivo al lavoro dell' Amministrazione ed artefice di un'alleanza di larga intesa, nessuno escluso, per poter ritornare a governare il Paese e all’ opposizione di rendersi costruttiva per il raggiungimento del medesimo fine, la crescita potenziale politica collettiva ed il benessere della Città. Se ciò non dovesse attuarsi, significa, ancora una volta, che il velleitarismo è prevalso sul lavoro di gruppo e la partecipazione dei cittadini da considerarli il migliore garante e controllore delle scelte da attuare, non è stato considerato come fattore primario; mentre continuare su quel oscurantismo politico che si concretizza sempre di più con manifesti affissi da ignoti sulle mura della città. È la dimostrazione che si vuole continuare su una Politica dove il degrado amministrativo aumenta. Ultimo il manifesto: " Giaccio in politica da 30 anni per difendere i tuoi interessi" come se praticare la politica attiva è un demerito e non un merito ispirato agli interessi sociali e, quindi, merita tutta la nostra solidarietà, mentre un disprezzo è dovuto verso coloro che si sono resi promotori di tale vergognoso atto. Qualsiasi iniziativa, anche singola, avrebbe un senso, se fosse sostenuta da una massiccia partecipazione dei cittadini, mentre si è dimostrata pura velleità personale quando è priva di un supporto di idee, se fosse scaturita da un lavoro di gruppo, per le condizioni in cui versa la città e l'intero comprensorio giulianese necessita comunque del contributo di tutte le forze in campo. Nella divisione, quanto al voto cattolico, della Chiesa locale, come da Izzo denunciato, è stato dirottato su Morra Sindaco, quest'ultimo, per i suoi studi giovanili, espressione di una cultura catto-comunista, è il risultato di una corretta valutazione del meno peggio. Medesima valutazione l'ha motivato la consigliere Teresa Giaccio nel primo consiglio comunale nel non votare Izzo al ballottaggio per limiti riscontrati come la consigliere Schiattarella, candidata Sindaco, espressione del centro-destra nonché del consigliere Baiano anch'egli candidato sindaco, espressione del sociale. Dulcis in fundo, la posizione dei due consiglieri, Santoro e Di Stefano legati politicamente all'on. Michele Schiano, responsabile provinciale del Fratelli d'Italia, eletti nel raggruppamento di Izzo candidato a Sindaco, i quali hanno preso le distanze per la composizione di un unico gruppo di opposizione. Quindi una considerazione è d'obbligo, se tutto il bailamme è ricoprire il ruolo di singolo consigliere di opposizione è un ruolo già ricoperto in precedenza, nell'ultima Giunta Bertini che lasciamo ai cittadini esprimere un giudizio sui risultati allora ottenuti.

Franco De Magistris

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