Quando la felicità stava nelle piccole cose…

 Dall’appassionato di storia locale Peppe Pezone riceviamo e volentieri pubblichiamo



Un sabato del mese di luglio scorso parcheggiai  in adiacenza dell’area di sosta di via Galiero, momentaneamente occupato da  “il villaggio di Dio”. Passandovi accanto, con piacere notai tanti ragazzi che giocavano  felici ed un gruppo di giovani, suppongo facessero parte dell’organizzazione . La sera, a tarda ora, raccogliendomi nei miei pensieri  rivivendo la giornata appena trascorsa, mi  ricordai di  quei ragazzi  del “Villaggio di Dio”. Ritornando poi  indietro con la memoria, ma parecchio a ritroso, mi vennero in mente gli anni in cui mamma, d’estate, ci portava al  mare, rigorosamente per quindici  giorni con levata mattiniera. Di  quel periodo, di cui potrei  raccontare tante cose belle, ecco che  avendo visto poco prima “il Villaggio di Dio”, mi venne in mente  una colonia estiva gestita da suore tra Licola e Varcaturo. Le suore, vestite con bianchi  indumenti  leggeri , erano attente affinché improvvise folate di vento non alzassero il loro abito, nel mentre  seguivano  con molta attenzione un gruppo di vivacissimi ragazzini  che si facevano il bagno entro un ristretto spazio di mare quasi a riva, delimitato da paletti con corde. Incuriosito , quel pomeriggio stesso appena dopo la “controra”, raggiunsi con un mio amico quella colonia che  ricordo aveva sede in un  modesto fabbricato tra la strada e la spiaggia. Avvicinatoci , dal vocio dei ragazzini ci accorgemmo  che erano  tutti in un giardino attiguo e  che facevano  gran ressa intorno a due suore intente  a preparare fette di pane con cioccolata. Alcuni giorni dopo vedemmo un pullman parcheggiato davanti a quella colonia che, dopo qualche ora, ripartì carico di quei ragazzini che intonavano l’intramontabile “quarantaquattro gatti” famoso  motivetto del “Zecchino d’Oro. Per loro finiva la vacanza e chissà dove erano diretti. Terminata, pochi giorni dopo,  anche per me la vacanza, ricordo che chiesi a mia madre  di quella colonia di cui  le avevo parlato in precedenza. Rispose che le suore e i sacerdoti spesso d’estate le organizzavano  principalmente per bambini appartenenti a famiglie bisognose e  per orfanelli. Poi  aggiunse che anche a Calvizzano quando lei era giovane (fine anni trenta) facendo parte dell’Azione Cattolica ogni estate, di  mattina, per diversi giorni accompagnava  dei piccoli del paese su quella bellissima  e indimenticabile pineta che all’epoca era sul Lagno, trattenendosi per metà giornata. Ora, mentre scrivo, questo articoletto ripenso a quei ragazzini della colonia al mare e mi chiedo: qual è la loro vita? Avranno una loro famiglia? Un lavoro? Spero tanto di si . Se poi  penso che forse erano degli orfanelli  sale un po’ di tristezza che si attenua però  nel  ricordarli felici  mentre facevano il bagno in quel piccolo spazio di mare e  quando contenti  cercavano di afferrare al volo  fette di pane e cioccolata che sorridenti e pazienti  le suore  gli preparavano.

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