Marano, rischio dissesto idrogeologico: “primo punto all'ordine del giorno per il futuro sindaco dovrà essere necessariamente la messa in sicurezza del territorio”
Piogge, allagamenti, frane: se ne parla da oltre 40 anni, da quando è iniziata la devastazione del territorio
Foto prima pagina
del primo numero del periodico “L’attesa” di settembre 1994 con la seguente
didascalia: è l’ultima attrazione di Marano; in America ci sono le cascate del
Niagara, qui da noi, più modestamente, dieci anni di malgoverno e di malaffare
hanno creato le cascate di via Padreterno, con una impressionante portata di
fango e detriti che, dalla collina devastata, inondano gran parte della
città
Messo nella giusta prospettiva persino il degrado
urbano a primavera prende le sembianze di un'oasi naturale. L'esuberanza del
Verde che travalica il cemento, di cui è disseminata la nostra periferia,
disegna un'immagine nuova: di una vita che fiorisce nonostante le avversità. Questo
ameno paesaggio, in cui fiori e piante prendono il sopravvento dei residui mal
conservati di asfalto e cemento, si conserva e si alimenta fino a rendere
bucolico il paesaggio urbano. Al contempo le antiche aree di campagna, vittime
della scomparsa della figura del contadino, assumono i tratti di una selva
impenetrabile ed enigmatica, dove l'escursionista impavido può lanciarsi alla
ricerca di nuovi stimoli. Questo scenario non deve però tradire lo sguardo
dell'osservatore romantico rispetto ad un quadro che, nonostante la beltà dei
colori primaverili, consegna al cittadino stanziale una condizione di abbandono
totale.
La mancata domesticazione del verde pubblico, da parte
del comune di Marano, e di quello privato, attraverso la coltivazione diretta
della terra, hanno permesso l'avanzamento delle aeree boschive fino a ridosso
del centro cittadino.
L'incuria, ormai, è la cifra di una città che, già mal
progettata e vittima dell'abusivismo più sfrenato, rischia ad ogni piè sospinto
il dissesto idrogeologico.
Inoltre, le recenti piogge hanno ricordato all'intera
cittadinanza che il primo punto all'ordine del giorno per il futuro sindaco
dovrà essere necessariamente la messa in sicurezza del territorio, al fine di
evitare futuri disastri, figli del seguente combinato disposto: consumo
indiscriminato del suolo, caratteristiche del territorio e, soprattutto,
cambiamento climatico.
Giuseppe Cerullo