Le recenti elezioni politiche nazionali, dove la
coalizione di centrodestra guidata dalla Meloni ha vinto oltre le reali
percentuali, approfittando della frammentarietà dell'opposizione unitamente ad
un sistema elettorale misto con collegi uninominali, dove il meccanismo
maggioritario di quest'ultimi consegna la vittoria al candidato che ha ottenuto
anche un singolo voto in più rispetto agli avversari, paiono non aver lasciato
nessun insegnamento ai politici di Marano.
In un sistema democratico gli schieramenti politici si
confrontano secondo le regole del gioco; ed in questo caso - elezioni per il
sindaco di Marano - è evidente che per puntare al secondo turno (ballottaggio)
o alla vittoria al primo turno sia necessario la formazione di una coalizione
plurale e coesa a sostegno del candidato d'area.
I rumors che danno per fallita la trattativa della
coalizione di centrodestra (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia) ed un
candidato civico locale potrebbe, a questo punto, avvantaggiare i candidati
outsider, che, pur non potendo contare su un supporto nutrito, avrebbero la
chance di puntare al ballottaggio, dove il traino dei voti dei consiglieri
comunali è praticamente nullo.
Diversamente, se l'area di centrodestra si saldasse
con il candidato civico, imporrebbe alla coalizione di centrosinistra di
trovare una quadra, mettendo da parte i personalismi, per tornare ad essere
competitiva, tagliando fuori i candidati meno strutturati, che a questo punto
rischierebbero di non essere nemmeno eletti come consiglieri comunali.
In ultimo, l'ostracismo che alcuni candidati alla
carica di sindaco stanno mostrando nei confronti dei simboli dei partiti è
praticamente incomprensibile: il comune di Marano non sarà commissariato in
virtù della presenza di un partito in luogo di una lista civica, ma per le
azioni e le omissioni della prossima giunta.
Giuseppe Cerullo