Marano, città inesistente: le periferie abbandonate

 Dall’opinionista Franco De Magistris, riceviamo e pubblichiamo

 


Ieri l’altro, sul Mattino di Napoli, leggevo “una metropoli in trasformazione non può reggere ritardi patologici” di Sergio Sciarelli. Dopo aver ricordato una serie di ritardi e contraddizioni, definisce Napoli una città anomala in contraddizione al flusso di turisti che popolano la città, desiderosi di vivere il loro tempo libero fuori dagli schemi classici delle grandi metropoli per cui si impone un processo di trasformazione dove si esige un buon governo che fondi le sue radici su una corretta applicazione di funzioni fondamentali di programmazione e di controllo.

Non so se di proposito, vengono trascurate le periferie che sono l’ossatura dell’intera Città Metropolitana dove la Stato dovrebbe manifestare maggiormente la sua presenza, in particolare in quelle zone dove la delinquenza organizzata cerca di sostituirsi allo Stato.

Con il quarto scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche, il Ministero degli Interni comunica che il fenomeno malavitoso non è limitato al Comune di Marano ma all’intera area giuglianese per cui una maggiore presenza dello Stato è d’obbligo.

In controtendenza, abbiamo dovuto assistere alla nomina della triade commissariale prefettizia che stanno amministrando la cosa pubblica in maniera insoddisfacente, mentre si attendeva la nomina di prefetti che, con il loro operato, avessero comunque dimostrato segnali di cambiamento, tuttora inesistenti.

Non vorrei che il cittadino la equiparasse a quella del peggiore Sindaco commissariato.

Per questo si può, senza ombra di dubbio, definire Marano città inesistente sotto il profilo amministrativo.

Pertanto, tutto è demandato ai cittadini e come minimo chiedo, ad alta voce, una forte presenza dello Stato. Infatti con l’imbrunire, la notte, il territorio di Marano resta “terra di nessuno” e, solo con un rafforzamento dell’organico della Caserma dei Carabinieri e la presenza di “pattuglie volanti”, in particolare notturne, è possibile nell’immediato combattere ed eliminare quel primo strato di delinquenza comune che si manifesta con scippi e furti di ogni genere, in particolare di autovetture. Se tale richiesta dovesse diventare impossibile da attuare, nulla vieta di costituire una Caserma di P.S. e della G.d.F. per rendere più valida la presenza dello Stato.

Descrivere un particolare che mi venne raccontato tempo fa da un conoscente quando  rubarono la mia autovettura al Frullone, nei pressi della stazione della Metropolitana Collinare di Napoli poi ritrovata dalla Polizia in una stradina di Miano, grazie al possesso della scatola nera installata dall’assicurazione, con danni solo alla serratura ed alla scatola sterzo, è dare con forza un segnale di degrado in cui versano le nostre periferie.

Il “cavallo di ritorno” di una autovettura in buone condizioni!

 

Il proprietario riceve una telefonata da uno sconosciuto che, dicendo di essere in possesso dell’autovettura rubata, gli dice che se vuole che gli venga restituita la sua auto deve sborsare la somma di € 3.000. Si addiviene a un accordo e il proprietario, per ritornare in possesso della sua autovettura deve sborsare la somma di€ 1.600. Inizia un tortuoso iter per la consegna.

Il proprietario si deve recare a Caivano ed attendere le istruzioni in un distributore di benzina indicatogli, da lì ,dopo una vana attesa di circa mezz’ora, riceve una seconda telefonata in cui gli chiedono di spostarsi in una stradina all’ ingresso del Parco Verde. Giunto sul posto, senza individuare ancora la sua autovettura, gli viene chiesto di gettare a terra sul marciapiede una busta con la somma di danaro pattuita. Alla domanda su quale certezza ha per la consegna della predetta macchina, gli viene risposto che sta trattando con “un uomo d’onore” per cui la vettura sicuramente gli sarà consegnata, nel caso di rifiuto non si farà niente.

Un po’ per l’attaccamento alla vettura, un po’ per le ristrette condizioni finanziarie per acquistare un’altra autovettura, il proprietario decide di correre il rischio e getta a terra la busta con il denaro pattuito, dopodiché gli viene  detto di ritornare sul luogo indicatogli in precedenza, giunto al distributore, attende per oltre un’ora che gli venga restituita la vettura, nulla, alla beffa segue la truffa, e se ne ritorna sulla sua strada. Il tempo per arrivare a casa, riceve un’ulteriore telefonata in cui gli viene comunicato che potrà recarsi in una stradina di San Pietro a Patierno per ritirare l’autovettura. Cosa che avvenne puntualmente.

Non finisce qui! Come concordato in precedenza, nell’autovettura ci doveva essere anche una borsa con un lettore e documenti vari che doveva essere anch’essa restituita, ritelefona “all’uomo d’onore” così si era definito il malfattore, dicendo che per ottenere la borsa doveva versare altri € 100,00; il giorno successivo inizia il medesimo iter ma della borsa non c’è traccia. Il giorno successivo a quest’ultimo riceve una telefonata dal medesimo numero telefonico del primo momento dicendo se vuole venire in possesso della borsa deve sborsare altri €300.

Rinuncia, così si conclude la trattativa.

Si potrebbe ipotizzare uno scambio o un passaggio di mano tra il locale che effettua il furto ed il “fuori comune” che effettua la trattativa con la triste conclusione che ci troviamo di fronte ad una rete precostituita che travalica la città di Napoli, la zona giuglianese e si concretizza nel triangolo della Terra dei Fuochi per cui una immediata soluzione bisogna praticarla per evitare di fomentare ulteriormente la manovalanza della delinquenza organizzata.

Un Governo, di fronte ad uno stato di degrado in cui versano alcune zone del Paese, come minimo, si deve porre la domanda, come combattere il fenomeno: se diventa impossibile praticare uno sforzo con un cospicuo aumento delle forze dell’ordine, in alternativa, trattandosi di furti causati dalla delinquenza spicciola, nella maggioranza dei casi, cani sciolti, potrebbe convocare l’ANIA e per essa le Compagnie di Assicurazione a predisporre nuovi modi come arginare od eliminare il fenomeno che va ad alimentare  l’economia sommersa produttrice di tanti mali. A tal proposito mi salta in mente un giudizio maturato quando giovanissimo vinsi il concorso ed andai a ricoprire l’incarico di Ispettore liquidatore delle Assicurazioni d’Italia nella sede di Forlì che comprendeva quasi tutta la Romagna. In quella occasione mi resi conto della differenza di trattamento nel liquidare i sinistri delle autovetture che passava tra il centro-nord ed il Mezzogiorno, in particolare Napoli e Provincia, che conoscevo bene. Al nord la transizione, nella quasi totalità dei casi, passava tra il danneggiato ed il carrozziere convenzionato al quale si provvedeva a pagare il lavoro eseguito all’autovettura danneggiata, nel caso di furto od incendio, verificato la regolarità della pratica, in pochi giorni lavorativi, veniva risarcito; al Sud subentravano una miriade di avvocati e periti in soccorso dei danneggiati che elevavano la somma di danaro per risarcire il danno, per cui poteva essere interpretato anche come un aiuto collaterale a questi in una zona depressa del Paese. Oggi, in particolare i furti ed incendi nonché i falsi sinistri, sono diventati fonte di “illeciti aiuti’ ad un focolaio in crescita di delinquenti per cui sono da sopprimere immediatamente.

Al grido d’allarme lanciato per il reale cambiamento della città deve seguire un buon governo nell’amministrare la cosa pubblica che non può che scaturire da un gruppo di volenterosi, Innovatori, che all’unisono si rendano promotori ed esecutori di un cambiamento reale, graduale e possibile trasformando Marano da città dormitorio a città vivibile con tutte le caratteristiche idonee a renderla tale, con un Programma condiviso ed una Assise di controllo.

 

Franco De Magistris

Visualizzazioni della settimana