Gli auguri di buon anno del giornalista-opinionista Michele Izzo con la speranza che il 2023 possa essere per Marano l’anno della riscossa politico-amministrativa
“La città ha subito una involuzione socio-economica e culturale senza
precedenti”
Il 2022 sta per consegnare la staffetta al 2023. Il vecchio va in soffitta
e il nuovo si paventa alle porte. Tirare le somme dell'anno 2022 che ci sta
lasciando per la città di Marano è compito assai arduo, in quanto la città è
stata totalmente risucchiata in un degrado socio-ambientale e culturale senza
precedenti, mai vissuto, neanche durante gli anni delle peggiori
amministrazioni.
Le colpe dello stato comatoso in cui versa la cittadina ai piedi della Collina
dei Camaldoli sono riscontrabili in anni di scellerata politica che ha visto
registrare a Marano solo lo sviluppo dell'edilizia, con enormi colate di
cemento: sono nati interi quartieri, privi di infrastrutture e servizi, con il
risultato di aver creato una città dormitorio, fantasma dì se stessa.
A questo sviluppo urbanistico disarmonico, si è aggiunto la incontrollabilità
da parte delle varie amministrazioni che si sono susseguite della riscossione
dei tributi, permettendo grosse sacche di evasione, per non parlare delle
diverse centinaia di allacci idrici abusivi, che ha portato al dissesto
finanziario.
Nel frattempo, il Consiglio comunale è stato sciolto per ben quattro volte
per infiltrazioni camorristica.
L' anno che sta per concludersi ha
visto l' ente comunale amministrato da una commissione prefettizia che, vuoi
per il dissesto finanziario, ma anche per la mancanza di una programmazione
atta a reperire fondi per l'ordinario, ha fatto precipitare la città in una
involuzione socio-economica - culturale senza precedenti.
Il 2023 potrebbe significare per Marano e la sua collettività il punto di
partenza per la ripresa ma, per raggiungere questo obiettivo, c'è bisogno di
tanta umiltà e di tanti passi indietro da parte di coloro che saranno chiamati
a ridisegnare la nuova classe dirigente della politica locale.
La popolazione composta per la stragrande maggioranza da gente dabbene e
laboriosa merita un futuro sereno in una comunità socio - culturale a misura
d'uomo dove la centralità è il cittadino.
Per troppo tempo, la popolazione è stata vittima di una sparuta frangia di
malavitosi che ha gettato fango sulla onorabilità di una intera collettività, e
il 2023 potrà essere l'anno della riscossa all'insegna della capacità e
competenza sinonimi di moralità, basta volerlo, lasciando sterili personalismi
che non producono buona politica.
Auguri a noi per un 2023 fucina di ripresa e dì riscossa della cultura
maranese.
Michele Izzo, giornalista