Quadri del giovane pittore calvizzanese Assante, il giudizio dell’ insegnate Accademia Belle Arti e gestore della Scuola Italiana di Comix Mario Punzo: “la sensibilità di Manu parla da sola”

 


Non sono abituato a scrivere d’arte, per cui ho trovato particolare la richiesta da parte di MANU ASSANTE di avere un mio testo. Il mio territorio naturale da anni e forse da sempre è il fumetto, il disegno e anche la didattica, visto che insegno in Accademia di Belle Arti di Napoli e gestisco la Scuola Italiana di Comix  dove didattica immagine e prodotto si fondono continuamente.

Assante dipinge, pittura ad olio, vista la sua giovane età, ricerca, studia anche la pittura moderna ma nel suo lavoro emergono due riferimenti su tutti gli altri .Dalì e Caravaggio.

Per ogni artista, la storia dell’arte è come una tavola imbandita, dove si scelgono le pietanze che più si amano, poco importa se tra di loro legano o meno, l’accordo è sempre una nota interiore che non hà un a logica oggettiva, ma un motivo di puro piacere per cui quello che piace inevitabilmente si và a legare creando delle connessioni inusuali.
Riproporre oggi il gusto pittorico figurativo, non è senza dolore, non è possibile semplicemente replicare, si tratta di tener presente le inevitabili alterazioni che il semplice figurativo riceve divenendo un'altra cosa. Quello che prima era un corpo riconoscibile diventa informe, mostruoso, non più umano, ma anche non più identificabile , come in una memoria alterata, un incubo in cui tutto potrebbe essere ma niente è più come sarebbe dovuto essere. Dell’essere umano resta solo la sensazione, una vaga idea confusa e disturbante.

Non più umanità, non ci sono più volti, corpi , vesti ma tutto diventa confuso, morboso e mostruoso, anzi il riconoscere degli elementi umani, come un muscolo, una mano o altro peggiora la situazione ingannando ancora di più la percezione facendoti entrare in una realtà da incubo in quello che prima poteva semplicemente essere umano.
Pittura, umanità e mostruosità si fondono in una percezione confusa e alterata.

Non più umano, la pittura che prima aveva una riconoscibile relazione con la verità, ha smarrito la strada e resta solo una manualità straniante perché non avendo più qualcosa da esprimere di tangibile esprime solo l’incubo mentale in cui viviamo , la pittura diventa la rappresentazione di una realtà alterata in cui siamo costretti a vivere.

Se la pittura ha il compito di rappresentare la realtà e questa realtà  diventa un incubo, Assante  rivela proprio questa dimensione, non so fino a quanto sia cosciente e consapevole, ma non è importante la sua sensibilità parla da sola e ci porta a riflettere in uno specchio deformato dove vediamo la nostra immagine deformata dal crollo delle illusioni e dalla speranza.

Mario Punzo

 

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