Savio Liccardo, il guru mugnanese del riciclo

 

Savio Liccardo al centro tra Mery Sarracino e Carmine Grassia

Dal materiale inerte destinato alla discarica fa nascere opere d’arte. Liccardo ha fondato Nos Revolution”,  il Movimento politico-culturale mugnanese la cui mission è quella di  trasformare l’immondizia in opere artistiche presentate nel 2016 alla Biennale di Salerno con il “Bonobo che piange”, lo scimpanzé che richiama metaforicamente a un ambiente  primordiale, quando la terra non era infestata da discariche e da  veleni di ogni tipo che oggi stanno distruggendo la natura e l’essere umano. Anche Papa Francesco ha apprezzato l'opera di Nos.

“Il suo attestato di stima – dicono i componenti dell’associazione - ci sprona ad andare avanti sulla via del recupero e del riuso dei materiali... Contro la logica dell'usa e getta

 


 Volendo caratterizzare Savio Liccardo, 48 anni, sposato, due figli, con due sostantivi, genio e “sregolatezza” potrebbero essere sicuramente i più appropriati. Sì perché Liccardo, tra l’altro uomo di grande umanità (gli scappano le lacrime quando pensa che nel mondo muoiono 30mila bambini al giorno per dissenteria), le regole le osserva ma a modo suo. Non porta soldi in tasca (ha un concetto di economia tutto suo nel quale meglio non addentrarsi), non guida la macchina, non ha il telefonino, non sa cosa significhi pagare una bolletta della luce o del gas.

“Non so neanche il numero delle scarpe che indosso – dice - .  Provvede a tutto mia moglie. Riceve  pure le telefonate e mi programma gli appuntamenti”.

Per lui, tutte queste cose sono aspetti materiali e marginali della vita: quello che conta è l’amore perché è il legame di tutto, la colla più forte.

E’ su queste basi che Savio ha creato “Nos Rivolution” un Movimento con sede a Mugnano, composto attualmente da una squadra di 26 attivisti e che in sette anni di sopravvivenza hanno collaborato con lui oltre 300 persone.   

Partendo dal concetto che l’immondizia è ricchezza, trasformano tutto in opere d’arte.

“I materiali li andiamo a cercare ovunque – aggiunge  – Cinque anni fa abbiamo fatto addirittura una singolare missione: siamo scesi a piedi da Genova a Napoli, per fare una cernita dell’immondizia che trovavamo per strada. Abbiamo scovato l’impossibile e, nel contempo, abbiamo potuto verificare che l’immondizia non è una questione di sud o di nord Italia, ma è una condizione dell’essere umano che non riesce a tenere un corpo in giacenza: subito lo deve buttare”.

Savio soffre d’insonnia, come lui stesso ci ha riferito, ma il dormire poche ore a settimana è diventata per lui un’esigenza, poiché deve riciclare l’enorme mole di materiali che, di volta in volta, si accumulano nel suo deposito per trasformarli in opere artistiche, facendo tornare in vita quella spazzatura tanto abiurata da altri. In sette anni ha montato 5milioni e 600mila pezzi e ricorda a memoria dove stanno, uno per uno.

 “Noi facciamo sul serio – continua Savio – e la camorra è il nostro primo nemico sotto tutti gli aspetti, perché le sottraiamo ossigeno. L’immondizia è una malattia mentale del genere umano. Per l’individuo che ci ha dato il suo anello da buttare o il suo orologio che non funziona più e poi viene a sapere che il suo pezzo viene costellato in un’opera d’arte che vale migliaia di euro, diventa difficile ridarci l’immondizia. Paradossalmente ed  egoisticamente preferisce buttarli i suoi oggetti che non usa più”.

Davvero un grande personaggio Savio, anche se in molti lo considerato un “folle”. Invece, andrebbe studiato e seguito, proprio come hanno fatto coloro che lo considerano un autentico maestro d’arte e di vita. Savio ha sempre bruciato le tappe in tutte le cose in cui si è cimentato. A13 anni era già iscritto al partito comunista, a 14 anni, invece, era membro dell’Internazionale socialista. E’ stato il segretario di sezione più giovane d’Italia e con più iscritti. Poi ha seguito tutto il processo di trasformazione del grande partito della sinistra, aderendo prima al Pds e poi ai Ds. Ha conosciuto di persona Nelson Mandela e Arafat. Anni fa, in Sicilia, durante una manifestazione di lotta, ha rischiato pure di essere ammazzato in seguito a un agguato. Savio ha letto migliaia e migliaia di libri e ha frequentato diverse facoltà universitarie, ecco perché è uomo di vasta cultura.

“La politica – conclude Savio – è sempre stato il mio pane quotidiano, solo che prima la esprimevo a parole, oggi, invece, la faccio in maniera concreta, poiché ho avuto l’opportunità di esprimerla attraverso l’arte”.

Prima di congedarci, gli abbiamo chiesto a quale opera d’arte fosse più affezionato, e lui, senza mezzi termini ha subito risposto “i miei due figli”.           

  Per maggiori dettagli consultare la pagina facebook "NosRivolution"


Anche l’intervista che concesse a calvizzanoweb a dicembre 2016 è rivoluzionaria: godetevela





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