Una tragedia annunciata che non interessa a nessuno:
il 35% degli italiani non ha votato, in Campania addirittura quasi il 50%.
Ovviamente le responsabilità sono da ascrivere a proposte politiche poco
credibili per una grossa fetta di cittadini e a chi ha disegnato una legge
elettorale che ha ridotto al minimo la facoltà di scelta. Chi ha pensato di
usare l’astensione come arma di denuncia, però, deve prendere atto che si
tratta di un dato che già non interessa più a nessuno: è un’arma inefficace.
Noi proveremo a tenere acceso un riflettore sul tema della partecipazione e a
cercare modi e alleanze per fare pressioni sul Parlamento affinché cambi il
Rosatellum.
In Italia c’è una parte politica che ha vinto: questo
è un elemento di chiarezza, gli italiani sapranno a chi attribuire
responsabilità, meriti ed errori. Noi, come noto, non condividiamo l’idea di
Paese della destra che ha prevalso: valuteremo le proposte e gli atti concreti
con spirito critico, assumendo come criterio il bene comune e la cura dei più
deboli, e non esiteremo a far sentire la nostra voce quando vedremo lesa la
dignità delle persone e delle istituzioni. Allo stesso tempo, da persone e comunità
innamorate del nostro Paese e del nostro territorio, auguriamo buon lavoro a
chi ha ottenuto il consenso per governare, con l’auspicio che chi si assumerà
la responsabilità di guidare l’Italia sappia raggiungere risultati. È bene che
la maggioranza di centrodestra non abbia i numeri per modificare la
Costituzione eludendo il referendum popolare, e che non abbia i numeri per
eleggere in solitaria i componenti degli organi di garanzia. Il Parlamento sia
e resti luogo di dialogo e di mediazione virtuosa. Vogliamo sperare che le
opposizioni unite sappiano frenare le pulsioni presidenzialiste del
centrodestra e che tutte le parti politiche si concentrino su riforme che
ammodernino le istituzioni senza intaccare le garanzie costituzionali.
Qualora il presidente Mattarella desse l’incarico di
formare il governo a Giorgia Meloni, avremo il primo presidente del Consiglio
donna, un fatto oggettivamente storico; il fatto che la prima donna ad avere
questo ruolo sia di destra e under50 serva da lezione a una sinistra salottiera
che parla di diritti, parità, rinnovamento e nuove generazioni e poi, nella
pratica, si comporta come una casta che annulla il merito, cancella le
opportunità e premia (con i soldi pubblici di seggi e consulenti) solo le
coorti.
Speriamo, ma
ormai queste speranze diventano sempre più flebili, che il centrosinistra
faccia tesoro dell’enorme quantità di errori che ha incasellato e continua a
incasellare: dall’inversione delle priorità in campagna elettorale a liste
indigeribili anche per l’elettore più fidelizzato. Alle nostre latitudini si
tratta di errori imbarazzanti e indifendibili per lo scollamento che esprimono
dalla realtà. Nelle prossime settimane avanzeremo proposte che pensiamo possano
dare un contributo per combattere una crisi enorme che confonde tanti cittadini
ed elettori che credono ancora nella buona politica.
Infine, una lezione che traiamo noi come PER, esiste
un unico modo per fare politica: identità chiara, proposte che riguardano la
vita delle persone, coinvolgimento di quanti si vogliono mettere al servizio
senza scorciatoie, impegno in prima persona ma in contesti in cui ha ancora
senso il “noi”.