Per evitare sterili polemiche e i soliti fraintendimenti, spesso
strumentali, mi corre l’obbligo di fare una premessa. Ritengo il “Calvizzano
Festival D’Autore” una gran bella iniziativa di alto valore artistico-culturale
(ottima orchestra, eccellenti arrangiamenti, presentatori professionisti, giuria di alto valore professionale…) ideato
e ben organizzato da due musicisti orgoglio del nostro territorio, alias Peppe
Cavallo dei Ligantropi ed Ermanno De Simone del duo “Io e mia sorella”,
entrambi vincitori di due edizioni diverse del Premio Otello Di Maro (ne parlo
più dettagliatamente in seguito), in collaborazione con l’amministrazione
rappresentata dal sindaco che ha creduto nel loro progetto e lo ha finanziato. Aggiungo un altro
piccolo dettaglio: se sulla lentina ricerca del blog Calvizzanoweb viene
scritto Peppe Cavallo, appaiono 32 articoli dedicati al leader dei Ligantropi,
la nota band tributo a Luciano Ligabue, mentre ad Ermanno De Simone
calvizzanoweb ha dedicato 12-13 articoli, segno di grande stima verso entrambi.
Passiamo a qualche nota “stonata” tanto per restare in tema musicale. In villa Calvisia c’erano tre file di sedie riservate ai vari esponenti della maggioranza con familiari e ad alcuni onorevoli del territorio (cosa buona e giusta), ma neanche una riservata a me medesimo che, per svolgere il mio lavoro di giornalista, mi son dovuto accomodare su un muretto con marmo freddo e sporco.
La giuria. Di grande qualità: non discuto la loro autorevolezza, ma a qualcuno forse è sfuggito il mio nome. Eppure avrei dovuto essere il
primo a essere interpellato sia come direttore
di Calvizzanoweb, l’unico giornale che parla, nel bene e nel male, di
Calvizzano da ben 16 anni, sia come ideatore e organizzatore, da 8 anni (quest’anno
si svolgerà la nona edizione), del Premio Culturale Città di Calvizzano, nell'ambito del quale c’è la sezione Premio Otello Di Maro che va agli artisti che sappiano valorizzare la
musica e il canto, fungendo da esempio per tanti giovani del territorio. Perché
tutto questo ostracismo nei miei confronti che da anni lavoro esclusivamente,
senza tornaconto economico, per dare “un’anima” a Calvizzano e un'identità al paese?
Siccome quelli da me interpellati non mi hanno saputo fornire una risposta, ho chiesto consiglio a “Maga Maghella” che
di Calvizzano è sempre la più bella, la quale, senza pensarci neanche un
secondo mi ha detto: “Caro Rosiello, al Calvizzano Festival D’Autore
non ci sarà mai posto per te, fino a
quando con i tuoi articoli darai fastidio a qualcuno”
C’è da crederle?