“Spostarmi”, l'ultimo lavoro del giovane cantautore calvizzanese conferma quella che fu l'impressione iniziale: un autore senza calendario. Ascoltatelo
La
recensione del brano a cura dello scrittore Enzo Salatiello
Per
chi è abituato a considerare la musica attuale come un'inutile fotocopia di
ritmi e cliché sempre più spesso
ripetuti, Matteo costituisce un'importante via di fuga dall'attualità
attraverso uno spessore qualitativo che ricorda i veri musicisti del glorioso
passato italiano dei cantautori. La sua tecnica canora è impostata secondo i
canoni poetici che ricordano De Gregori ma anche i cantanti come Cristicchi e
quelli della sua generazione. Nelle musiche sono riconoscibili le “parole che
raccontano”.
In
questo bellissimo brano, Matteo dialoga con un’anima interiore dove scambia fluidamente
le sue sensazioni, le malinconie che stingono fino a divenire un'altalena che
lo porta da “un dolore all'altro” (così come recita lui stesso in una strofa).
Nelle sue canzoni ma in particolare in questa, c'è una comunità di presenze
che si agitano muovendosi sulla sottile corda dei sentimenti. Le atmosfere che
Matteo crea sono quelle decadenti e letterarie dei pomeriggi d'inverno nelle
pagine di un Moravia. Egli sa con certezza dove condurci sulla scia emotiva di
un riverbero piacevolissimo e discreto della sua voce che spesso si
fonde delicatamente con i suoni del piano. Il suo timbro, fine ed elastico
correda senza strafare un meraviglioso accostamento tra suoni e voce. Egli
racconta di sé e del mondo, dei nostri ricordi. Inutile ascoltarlo e tentare di
rifuggire la malinconia dolce ed evocativa delle nostre storie di vita vissuta.
La sua narrativa, intima, raccolta, meditativa si dipana e si distende su un
meraviglioso letto di note vere, fatte da strumenti veri fino a lasciare spazio
a quel melodioso e caldissimo sassofono che si porta via il brano come uno
stormo di uccelli cittadini si innalza improvviso sparendo dalla nostra vista e
lasciando la scena muta e gravida di bellezza. Spesso il vigore improvviso
della musica attende che la sua voce ricominci con enfasi a innalzarsi e a
narrare nuove emozioni: voce e musica si danno il cambio fondendosi e
distinguendosi proprio come in una impropria anafase che dà vita a nuove
note che si sorreggono a vicenda in un intreccio delizioso e godibile davvero
di rara qualità. La musica di Matteo andrà molto avanti e in alto per quanto è
possibile a un giovane e prolifico autore qual egli è. In lui si agita un gravida
ingenii che darà vita a tante altre belle canzoni. Egli non conosce il
tempo e le mode, si sta inserendo nel mondo della musica con la propria idea e
la precisa volontà di distinguersi e ci sta riuscendo brillantemente. Ormai
anche sullo scenario nazionale si stanno accorgendo di lui. I miei complimenti
a Matteo per questa bellissimo brano.
E. S.