“Le minacce non ci imbavaglieranno”: è il titolo dell’articolo pubblicato da calvizzanoweb il 14 aprile 2013
Il fatto è successo lunedì 8 aprile, alle ore 17; ero appena uscito dalla
mia auto, parcheggiata all’interno del viale dove abito. Si è avvicinato un
uomo di cui conosco l’identità che, con fare minaccioso, mi ha detto:
“Chello ch’e fatto ajere sera, nun te permettere do fa chiù”. Si riferiva,
probabilmente, a un articolo scritto sul blog. Dopo l’avvertimento, con il
tipico atteggiamento da guascone, si è rimesso in macchina. Mi sono
semplicemente limitato a dirgli che se il suo scopo era quello di zittirci, non
aveva sortito l’effetto sperato.
Fin qui i fatti. Adesso qualche piccola considerazione.
Le
scomode verità
La comunicazione locale, specialmente quando è fatta senza guardare in
faccia a nessuno, è sicuramente tra i mestieri più difficili del variegato
panorama lavorativo. Espone gli operatori a grossi rischi, che vanno dalla
semplice contumelia alla più biasimevole aggressione fisica. Dalle nostre
parti, in particolare, dove non esiste la cultura della critica, dove imperano
prepotenza, arroganza e metodi camorristici, il rischio è elevato all’ennesima
potenza. Se scrivi contro il potere politico, ti viene precluso l’accesso alle
notizie; se parli contro l’opposizione, diventi un servo, un venduto, un
prezzolato che agisce solo per avere un mero ritorno di favori di ogni genere.
Se parli in modo critico di una persona, devi stare sempre sul chi va là,
poiché, incontrandola per strada, potresti aspettarti qualsiasi reazione.
Insomma, la comunicazione quasi “condominiale” è diventata una sorta di
“mission impossibile”. Allora, spesso si è sfiorati dal pensiero di deporre le
armi, specialmente quando si fa giornalismo senza rientro economico, con una
vocazione sociale, il cui obiettivo è unicamente quello di migliorare il
contesto in cui si vive. Finisce, così, che la mente venga assalita da
pressanti dubbi e logorata da un continuo interrogativo: “ma chi me lo fa
fare?”. Purtroppo, le verità scomode fanno male. In ogni caso, finché avremo
forza fisica e mentale, noi porteremo sempre avanti lo stesso metodo di indagare
la realtà, di cercare notizie che propongono ai cittadini chiavi di
lettura, punti di vista belli e brutti e di raccontare fatti comodi
e scomodi. Almeno fino a quando non ci venga impedito con metodi infamanti
e mafiosi, che, comunque, denunceremo in tutti i modi e in tutte le sedi.
Mimmo
Rosiello
E’ tornato Pascal o cric?
Solo per dovere di cronaca. Giovedì mattina, 11 aprile, mi sono svegliato
con la sorpresa: all’auto di mia moglie, una Toyota Yaris, parcheggiata in un
parco chiuso, mancava solo la ruota posteriore sinistra. I ladri sono entrati
forzando il cancelletto d’entrata al parcheggio esterno. La povertà, purtroppo,
è un fenomeno in continua crescita, forse per questo sarà tornato Pascal o
cric?