In una Marano abbandonata ci sono zone in cui è ancora più difficile vivere

 


Riceviamo e pubblichiamo

Marano da qualche anno vive in uno stato di abbandono e inerzia e il suo territorio vilipeso e offeso per anni lasciato all'incuria, al degrado al non controllo, diventando un agglomerato di case, dove la sopravvivenza è intorno allo zero per cento. Eppure, in seno a questa drammatica realtà, vi sono zone ancora più difficili da vivere: è il caso del rione Ina casa di via Parrocchia, adiacente alla Parrocchia di San Castrese e nei pressi di quella villetta comunale distrutta per mancanza di controlli e dall' inciviltà di una piccola parte degli abitanti della zona. Camminare per il rione si incontrano ratti di piccola e grossa dimensione, annidati nell'erbaccia altissima che copre totalmente i marciapiedi, ridotti in una mega distesa di sterpaglie dove si trova ogni tipo di rifiuti, spesso anche carogne di animali morti. Inoltre, in zona mancano anche contenitori per la raccolta dei rifiuti che vengono lasciati per strada in sacchetti fuori ogni singolo palazzo: di notte sono preda di gatti e cani affamati che distruggendo i sacchetti spargono i resti dei rifiuti sull' asfalto stradale. Per non parlare dell' anarchia esistente per la mobilità, con macchine lasciate lungo i marciapiedi e sulla carreggiata ad ostacolare il passaggio di qualsiasi mezzo, cosa pericolosissima nel caso di eventuale intervento di ambulanze o di mezzi dei vigili del fuoco. Un quartiere da recuperare alla vivibilità attraverso piccoli interventi quale il taglio dell'erba, la disinfestazione e la derattizzazione periodica della zona e non ultimo l'ubicazione di contenitori per i rifiuti ad ogni palazzo. Risanamento accompagnato da periodici controlli delle autorità preposte, piccoli interventi per rendere una zona vivibile, con la speranza che chi è chiamato alla risoluzione dei problemi della città possa essere solerte alla loro soluzione.

Michele Izzo

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