A Calvizzano le panchine letterarie piacciono più dei cestini gettacarte e dei contenitori oli esausti

 


Faccio una premessa, altrimenti leoni da tastiera e fakkisti “lecca lecca” che compaiono e scompaiono a seconda della convenienza, provano ad espormi al pubblico ludibrio (in passato lo hanno già fatto diverse volte), con i soliti mantra di comodo, tipo: “ma tien semp a dicere”. Ombrelli colorati e panchine letterarie (nessuna novità, poiché esistono in molti paesi e città) sostanzialmente sono lavori di decoro e abbellimento che vanno benissimo, ma quello che stupisce e induce a una riflessione è il comportamento di buona fetta di cittadini-lettori. Non mi meraviglia affatto che l’articolo sulle panchine letterarie, postato sulla pagina facebook del sindaco, abbia ottenuto, nel momento in cui scriviamo, oltre 1.100 like: ci stanno tutti, specialmente quando si fa leva su personaggi di caratura internazionale, amatissimi,  da me compreso, quali Totò, Massimo Troisi ed Eduardo De Filippo. Al contrario, mi stupisce il fatto che un articolo di critica costruttiva, avulso da condizionamenti e preconcetti, verso coloro che a ottobre scorso hanno promesso (e non l’hanno ancora mantenuta) di installare raccoglitori di deiezioni canine e nuovi cestini urbani, compresivi di posacenere per la raccolta di mozziconi e nuovi cestini per la raccolta delle deiezioni degli animali e che gli incivili non avranno più scampo e scuse”, ottenga solo 13 like, sommando quelli del mio profilo social e quelli di “Agorà Calvizzano”.  Purtroppo a Calvizzano  nessuno si indigna più: qualunque cosa di negativo accada, soprattutto negli ultimi tempi, è come se non fosse mai accaduta. Al contrario, ombrelli colorati, seppur sbiaditi e cadenti, e panchine preconfezionate con frasi ad effetto, tirano, eccome: anzi, aiutano a superare il record dei like.  

Mi.Ro.

        

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