Chi sono i moderni “Cyrano”? Lo scrittore Enzo Salatiello: “uno lo abbiamo a Calvizzano…”

 


Cyrano de Bergerac è ancora tra noi? Lo spadaccino e poeta dal grosso naso uscito dalla penna e dal genio di Edmond Eugène Alexis Rostand, poeta e drammaturgo francese vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo, sembra apparentemente a riposo ma, a ben guardare, ve sono ancora in giro. Ma chi è Cyrano? Egli è un irruente e bellicoso spadaccino della Francia del 1600 ma anche un poeta, che combatte le ingiustizie che colpiscono i poveri e gli indifesi. I prepotenti hanno un nemico in più. Egli fende i loro visi con l’indomita spada e la loro dignità con la penna che risulta ancora più pericolosa e tagliente. Il suo punto debole è non solo l’aspetto: ha un naso lunghissimo ma, anche il suo tenerissimo amore per Rossana, a sua volta innamorata di Cristiano, bellissimo giovane che non possiede nessuna delle doti fisiche e intellettive di Cyrano. Saputo dell’amore per Cristiano, Cyrano, addoloratissimo, obbedisce con grande dignità e senso dell’onore alla richiesta di Rossana di vegliare sul giovane, alquanto sprovveduto in un mondo di cavalieri e cadetti come quello francese del XVII secolo. Il sacrificio dello sfortunato spadaccino innamorato lo rende un eroe anche sotto l’aspetto etico. La figura di Cyrano è per certi aspetti “accademica”, perché in un mondo ulteriormente degradato e squalificato, dove gli interessi personali, a danno di altri uomini innocenti e indifesi, le ingiustizie quotidiane su scala mondiale, egli ci insegna a non perdere noi stessi e a non lasciar andare le cose come vanno ma a tentare di combattere tutto questo. Per non perdere la nostra dignità, possiamo fare nel nostro piccolo il possibile. Seguire l’esempio dei tanti Cyrano che perseguono un obiettivo. Una figura che lo precede nella grande letteratura mondiale è il “Don Chisciotte” di Miguel Cervantes, un po’ folle, visionario e allucinato a causa della lettura spasmodica dei romanzi cavallereschi ma profondamente nobile d’animo e buono, anche se con un carattere irascibile e attaccabrighe. Anche a Calvizzano, contestualizzando il discorso abbiamo un “Cyrano”, non è quello cantato dal grande Francesco Guccini, non è quello della “comédie” francese o dei palcoscenici teatrali, non ha nemmeno il naso lungo e a quanto pare non gli attribuiamo nemmeno dolori passionali senza speranza (la sfera privata resta per noi sacra!) ma ha una sana follia comportamentale votata al servizio della gente comune. Può risultare di cattivo gusto parlare di Domenico Rosiello sul suo blog ma in questo momento lo spazio è mio. L’ho sempre gestito con grande libertà. Questo spiega lo spirito “cavalleresco” di Rosiello. Egli mette a disposizione uno spazio seguito e conosciuto come il suo blog per incoraggiare le persone a parlare, discutere, partecipare e perché no “Al fin della licenza toccare di penna e di spada” il potente e il prepotente, senza mai cattiveria o volontà nemica, ma, anche senza paura! Pensavo a questa figura della cultura francese e mi è venuto in mente proprio lui, che con il suo giornalismo faticoso e ingrato, fatto di notti insonni e incursioni sempre notturne su incendi, chilometri e chilometri di strade alla ricerca di una notizia utile o interessante per noi tutti. Si sa di tanto in tanto qualche nemico se lo procura ma resta pur sempre un valore aggiunto per la nostra comunità! Specie negli ultimi tempi, Rosiello riceve attacchi e atti di inimicizia solo perché  egli adotta da sempre un sistema comunicativo “divisivo” nel senso che non accontenta tutti ma solo la verità. La persona elogiata oggi, può benissimo essere criticata domani se questa è protagonista di scelte e atti che a parere di Rosiello vanno in contraddizione con il suo principio: il bene comune e gli interessi esclusivi della collettività. Segnalazioni capziose dei suoi contenuti, blocchi delle condivisioni sui social e quant’altro, non fanno che aumentare la stima di chi lo segue e lo legge con assiduità. Unico difetto, deve riguardarsi di più.

Enzo Salatiello

I veri amici mi trattano sempre bene, menomale che ce ne sono: pochissimi ma esistono. (M.R.).  

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