Calvizzano, la proposta di Raffaele Gagliardi: “posti della villa da dedicare agli ultimi”

 


La inoltrò a giugno 2017  al nostro blog: in quel periodo si discuteva a chi intestare la nuova villa comunale. Una proposta quella di Gagliardi che andrebbe tenuta in considerazione dalla nuova amministrazione  

La missiva che ci inviò

Anche se con ritardo vorrei esprimere il mio pensiero per quanto riguarda l'intestazione della Villa Comunale. Ritengo giusta la scelta, legittimata dalla provenienza, essendo uno spazio comunale al servizio dei cittadini. Pertanto, in riferimento alle origini latine  CALVISIUS, come scritto nelle pubblicazioni del prof . Galiero e del prof.  Di Maria (mio insegnante alle elementari) il nome CALVISIA lo ritengo idoneo e dotto (congratulazioni al Prof Trinchillo). Le proposte indicate in precedenza erano tutte ugualmente condivisibili, poiché ci appartenevano, facevano parte del nostro vissuto di concittadini.  Persone giornalmente incontrate, ad esempio Otello, col quale sono stato nelle stessa classe alle elementari e condiviso le medie al Costantinopoli, essendo in sezioni diverse. Ci incontravamo trattenendoci per strada o nel bar si parlava: qualche battuta, qualche ricordo, ma alla fine la sua tristezza mi pervadeva. Quando la mattina di Natale seppi dell'accaduto il mio pensiero fu che "mentre la gente si divertiva, Otello moriva". Si potrebbe ricordare con una targa su cui incidere i versi di una sua poesia.   Altre persone indicate nel sondaggio per l'intestazione della Villa Comunale, potrebbero, invece, essere ricordate ed indicate all'interno, ad esempio un roseto dedicato ad Anna (Anna Maria Salatiello); una panchina dedicata a Francesco Davide “Spellecchione”, posto preferito per completare i cruciverba della “settimana enigmistica”;  un’aiuola a Graziella de Magistris, "Divirola"; oppure un alberello intestato ad un personaggio che è rimasto nei miei ricordi: “'o Scignillo" il più famoso scupatore (operatore ecologico). Nelle prime ore del mattino con la classica scopa di erica iniziava a pulire accuratamente il corso del paese, poi si fermava nel biscottificio Gagliardi e si rifocillava al calore del forno e con una tazza di caffe latte, successivamente si recava alla “casarella de legn” (attuale sede della Caritas) a caricare na carrettella ‘e legna, qualche volta due, le scaricava accontentandosi di una colazione per pranzo e qualcosa per casa. Faceva colazione sui gradini della chiesa e prendeva un sonnellino spesso interrotto dai ragazzini, che pazientemente subiva. Poi riprendeva facendo ancora pulizia, tranquillamente tornava a casa per ritornare il giorno dopo, uguale al primo ed a quello successivo. Tutto ciò potrebbe dare visibilità ai soli e cosiddetti emarginati dei quali si chiedeva il ricordo.

Saluti

 Raffaele Gagliardi

 

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